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Le stelle sono tante, milioni di milioni, la luce dei lampioni, si riflette sulla strada lucida. Seduto o non seduto, faccio sempre la mia parte, con l'anima in riserva e il cuore che non parte. Però Giovanna io me la ricordo, ma è un ricordo che vale dieci lire, e non c'è niente da capire. Mia moglie ha molti ha molti uomini, ognuno è una scommessa, perduta ogni mattina, nella specchio del caffè. Io amo le sue rughe, ma lei non lo capisce, ha un cuore da fornaio e forse mi tradisce. Però Giovanna è stata la migliore, ma è un ricordo che vale dieci lire, e non c'è niente da capire. Se tu fossi di ghiaccio, ed io fossi di neve, che freddo amore mio, pensaci bene a far l'amore. E' giusto quel che dici, ma i tuoi calci fanno male, io non ti invidio niente e non ho niente di speciale. Ma se i tuoi occhi fossero ciliegie, io non ci troverei niente da dire, e non c'è niente da capire. E' troppo tempo amore, che noi giochiamo a scacchi, mi dicono che stai vincendo e ridono da matti. Ma io non lo sapevo, che era una partita, posso dartela vinta, tenermi la mia vita Però se un giorno tornerai da queste parti, riportami i miei occhi e il tuo fucile, e non c'è niente da capire.
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Era mattina presto, mi chiamano alla finestra mi dicono: "Francesco, ti vogliono ammazzare". Io domando "chi"? Loro fanno "cosa"? Insomma prendo tutto e come San Giuseppe, mi trovo a rotolare per le scale, cercando un altro Egitto. Li fuori tutto calmo, la strada era deserta, mi dico "meno male, è tutto uno scherzetto" Sollevo gli occhi al cielo e vedo sopra a un tetto, mia madre inginocchiata in equilibrio su un camino, la strada adesso è piena di persone, mia madre è qui vicino. Un uomo proprio all'angolo vestito da poeta, vende fotografie virate seppia. Ricordo della terra prima della caduta, e al posto del posto dove va il francobollo, c'è un buco per appenderle "dove"? dico io, intorno al collo. E adesso per la strada la gente come un fiume, il terzo reparto celere controlla. Non c'è nessun motivo di essere nervosi, ti dicono agitando i loro sfollagente e io dico: "non può essere vero" e loro dicono: "non è più vero niente". Lontano, più lontano degli occhi del tramonto, mi domando, come mai non ci sono i bambini. L'ufficiale uncinato che mi segue da tempo, mi indica col dito, qualcosa da guardare. le grandi gelaterie di lampone, che fumano lente e i bambini, i bambini sono tutti a giocare. Un amico di infanzia, dopo questa canzone, mi ha detto: "benissimo, è un incubo riuscito, ma dimmi sogni spesso le cose che hai scritto, oppure le hai inventate solo per scandalizzarmi". Amore, amore, naviga via, devo ancora svegliarmi.
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Ieri, ho incontrato la mia formica, mi ha detto che, sono pazzo. io, con occhiaie profonde e un principio di intossicazione. Io non ricordo che occhi avevi, io non ricordo che occhi avevi, l'ultima volta che ti ho insultato, l'ultima volta che ti ho lasciato, ma io sono stato, ma io sono stato, ma io sono stato....dove tu mai. Dolce amore del Bahia dolce amore del Bahia. Io con le mani di giunco e la mia verginità. Io non ricordo che occhi avevi, io non ricordo che occhi avevi, l'ultima volta che ti ho insultato, l'ultima volta che ti ho bloccato, ma io sono stato, ma io sono stato, ma io sono stato....dove tu mai. Ieri, ho ammazzato la mia formica, diceva che, ero pazzo. Io, pazzo forse per gioco, ma per niente e per nessuna. Io non ricordo che occhi avevi, io non ricordo che occhi avevi, l'ultima volta che ti ho insultato, l'ultima volta che ti ho incastrato, ma io sono stato, ma io sono stato, ma io sono stato...dove tu mai.
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E' una sera che il fiore mi pesa, e le stelle mantengono i loro segreti. più freddamente che mai. Guardo le mie povere cose, una foto di Angela Davis, muore lentamente sul muro e a me di lei, non me ne è fregato niente mai. E tutte queste informazioni di Vincent, mi vanno intorno e non mi dicono perchè. E tutte queste informazioni di Vincent, girano in tondo e non mi spiegano cos'è che muore. E stasera ho tradito gli affetti, ho affittato i miei occhi a una banda di ladri, vedo quel che vedono loro. Tu conosci mica qualcuno, che è disposto a chiamarmi fratello, senza avermi letto la mano, amore mio, voltati dall'altra parte e fai. Quello che Vinc non ti avrebbe detto mai, quello che Vinc non ti insegnerebbe mai, quello che Vinc non permetterebbe mai, quello che Vinc non regolerebbe mai, stasera.... E a Parigi mi aspettano ancora, c'è una stanza con bagno, prenotata a mio nome, la moquette, sarà piena di topi. Ieri alla televisione, mi hanno detto di stare tranquillo, non c'è nessuna ragione, di aver paura, non c'è proprio niente che non va.
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Oggi, giorno di pioggia, ma la gente è tranquilla, io sono figlio della gente. Prendimi la mano, dammela, cerchiamo di venire insieme, la tua tessere è scaduta. Grazie per l'invito, si stasera non ho voglia, di vedere gli incidenti stradali lungo il fiume. Oggi giorno di pioggia, ma la gente si muove, io sono figlio della pioggia. La festa è stata magica, le ragazze han ballato, mi han coperto di lodi e di sorrisi. La prossima vigila di Natale, avremo tutti partorito, potremo farne un'altra per allora. A volte potrai avermi con un fiore, a volte un fiore non ti basterà. A volte penserai di avermi chiuso in una stanza. Dammi le tue chiavi, dolce voglio farne una copia, voglio scrivere una lunga poesia per le tue braccia.
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Bene, se mi dici che ci trovi dei fiori in questa storia, sono tuoi ma è inutile cercarmi sotto il tavolo, ormai non ci sto più. Ho preso qualche treno, qualche nave, qualche sogno qualche tempo fa. Ricordi che giocavo coi tuoi occhi nella stanza e ti chiamavo mia. Ben oltre alla coperta ad uncinetto, c'era il soffio della tua pazzia. E allora la tua faccia vietnamita, ricordava tutto quel che ho. E adesso puoi richiuderti nel bagno a commentare le mie poesie però, stai attenta a tendermi la mano, perché il braccio non lo voglio più. Mia madre è sempre lì, che si nasconde dietro ai muri e non si trova mai, e i fiori nella vasca sono tutto quel che resta e quel che manca, tutto quel che hai e puoi chiamarmi ancora, amore mio. E qualche volta aspettami sul ponte, i miei amici sono tutti la con lunghe sciarpe nere ed occhi chiari hanno scelto la semplicità. Se Luigi, si sporge verso l'acqua, sono solo fatti suoi. E ancora mille volte e mille anni, ci scommetto, mi ringrazierai per quel sorriso ladro e per i giochi i mille giochi che sapevi già, e ancora mi dirai che non vuoi essere cambiata, che ti piaci come sei. Però non mi confondere con niente e con nessuno e vedrai niente e nessuno ti confonderà. Nemmeno l'innocenza nei miei occhi, ce ne è già meno di ieri, ma che male c'è Le navi di Pierino erano carta di giornale eppure guarda, sono andate via. Magari dove tu volevi andare, ed io non ti ho portato mai, ma puoi chiamarmi ancora, amore mio.
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Chissà dove sei, perduta nella notte, col tuo trucco infame e la tua giacca da bandito. Io ti ho aspettato all'ombra dei tuoi per come. Col mio viso angelico percosso dai fatti. Chissà dove dei perduta nei segni, con la tua sigaretta, come una matita, e le tue speranze di vittoria. io ti ho accettato, come una bella calligrafia, un biglietto da visita e due occhi diversi. Può accadere di tutto, puoi anche conquistare, vari uomini bruni e misurarne l'aspetto, ma il mio indirizzo è, via del sopracciglio destro, con rispetto parlando, per le altre parti, altre parti di me.
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Lei aveva tasche troppo strette e otto, nove, dieci modi di vivere. Forse aveva un cuore troppo grande e una strana maniera di sorridere. Lui aveva un grosso cervello e dei gerani proprio dove la strada si divide lontano i campanili suonavano, ma lui non se ne preoccupava. Ma questa non è casa mia, i ricordi si affollano in fretta, un libro cominciato la sera e già dimenticato, la mattina A Lupo, anima pura, perché non giuri più sulla sua bambina. Il poeta in affari, veniva da molto lontano, con dei nastri colorati legati alla vita la vide che vendeva giocattoli, le chiese cosa vuoi per una notte. Lei non rispose, le parole erano neve, la piccola fiammiferaia presa dal gioco, si è rotta una mano sopra il filo spinato rispose la signora: "non ho niente da chiedere, se non le tue lacrime e tutto quel che hai." Ma questa non è casa mia, i ricordi si affollano in fretta E' un libro cominciato la sera, e già dimenticato, la mattina. A Lupo, anima pura, perché non giuri più, sulla sua bambina. E si presero per mano nella notte stellata e piovosa e capirono che in fondo bastava non chiedersi, ne l'anima, ne il cuore, ne niente di simile soltanto quattro salti, dove più ti conviene E vennero accerchiati da quaranta ladroni, usciti dalla favola, senza permesso riuscirono a fuggire proprio a mezzanotte senza colpo ferire, senza fare rumore, l'orologio batteva i suoi colpi, la Renault diventava una zucca. Ma questa non è casa mia....
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Fiori falsi e sogni veri, tra gli eroi della friggitoria Chantant, grazie, ho mangiato ieri, un sorriso questa sera basterà. Arlecchino è già sul filo, la gente vuol vedere cosa fa, e il filo corre sopra la città, e tutto il mondo e tutto qua. Dove vai? Quanti soldi ti hanno dato, quanti fiori e quanti anni, dove vai? Dove vai? La mia cella è un po' più in alto e mi pagano di più. Notte chiara, notte bella, sopra i libri non ti avevo letto mai. Mi hanno chiesto fermati, non mi hanno chiesto mica: dove vai? Arlecchino è lì sospeso, ma il filo sotto ai piedi non c'è l'ha e anche questo in fondo è libertà e tutto il mondo è tutto qua. Dove vai? Quanti soldi ti hanno dato, quanti fiori e quanti anni. Dove vai? La mia cella è un po' più stretta e mi pagano di più.
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La luce della luna, ci trovò sopra a un tetto, e Pietro non parlava. E niente che rompeva la noia dell'attesa, solo il suono della pioggia che cadeva. E lui, con la mano alla bottiglia, faceva i suoi discorsi da pazzo. E un gallo si mise a suonare la sveglia, per quanto la notte fosse ancora ubriaca e Giuda fosse ancora un ragazzo. E credo che fu in quel preciso momento, che venne da molto lontano un ricordo, qualcosa di simile a un pianto di madri e due angeli vestiti di bianco, scesero con aria stupita e il vuoto nel cuore, e aprimmo al pianto, le finestre del dolore. Seduti nella stanza con la bocca socchiusa, aggrappati alle nostre sigarette aspettavamo l'alba senza troppo interesse, soltanto per avere una scusa e Anna perduta sul divano sembrava un bambino sconfitto e la sua amica giovane le dava la mano ma Anna era tropo occupata a contare ricordi sul soffitto. E credo che fu in quel preciso momento che venne da molto lontano un ricordo qualcosa di simile a un pianto di madri e due angeli vestiti di bianco scesero con aria stupita e il vuoto nel cuore e aprimmo al pianto le finestre del dolore. E in fondo alla pianura una linea più buia, l'esercito degli uomini diversi. Con gli occhi e la bocca pieni di sonno, aspettava in una buca di due metri. E noi dall'altra parte del concetto, con l'anima in fondo alle gavette, cacciavamo i pensieri come mosche mortali, e il nostro cervello era bianco. L'attacco era fissato per le sette. E credo che fu in quel preciso momento.....
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Niente luna questa sera, niente gatti sopra il tetto. I miei sogni sono tutti rotolati sotto al letto. E nel buio con la lingua conto i denti che mi restano. Domani che farò, ragazza mia dei tuoi pensieri magri. Sul campanile nevica, d'accordo ma purtroppo ho solo una camicia e francamente non mi basta. E faccio di mestiere il venditore di risate, al circo che si tiene al Lunedì, ragazza mia, ci andresti mai? E intanto conto i denti, però il conto non mi torna, ce ne uno che mi manca e forse tu mi puoi aiutare. Per caso non l'hai mica ritrovato a casa tua ero così distratto amore mio, quando ti ho morso il cuore
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