Signora Aquilone

De Gregori

C'era una donna, l'unica che ho avuto,
aveva i seni piccoli e il cuore ad imbuto,
ne in cielo, ne in terra, una casa possedeva,
sotto un albero verde dolcemente viveva,
sotto un albero verde, dolcemente viveva.
Legato ai suoi fianchi, con un filo d'argento,
un vecchio aquilone la portava nel vento
e lei lo seguiva senza fare domande
perché il vento era amico ed il cielo era grande,
perché il  vento era amico ed il cielo era grande.
Io le dissi ridendo, ma Signora Aquilone,
non le sembra un po' idiota questa sua occupazione,
Lei mi prese la mano e mi disse chissà,
forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà,
forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà.
E così me ne andai che ro un poco più saggio,
con tre soldi di dubbio e due di coraggio,
e incontrai un ubriacone travestito da santo
che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto,
che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto.
E mi feci vicino e gli chiesi perdono,
ma volevo sapere se il suo pianto era buono
lui mi disse: fratello, è antico come Dio,
ma è più dolce del vino, perché l'ho fatto io,
ma è più dolce del vino, perché l'ho fatto io.
E prima che le stelle diventassero lacrime
e prima che le lacrime diventassero stelle,
ho scritto  canzoni per tutti i dolori
e forse questa qui non è delle migliori
e forse questa qui non è delle migliori.

Dolce Signora che bruci

De Gregori

Dolce Signora che bruci, per che cosa stai bruciando?
I gerani al tuo balcone si stanno consumando,
Dolce Signora che bruci, qual è il tuo peccato originale?
Quanta acqua è passata sul tuo corpo di sale,
il tuo album di foto, sta andando alla deriva
e il tuo amante prezioso se ne è andato un'ora fa,
ma io posso capire la tua età.
Dolce Signora che bruci, i soldati che aspettavi,
sono tutti alla tua porta che chiedono le chiavi.
Stanotte puoi trovare sul mio letto di velluto,
gli specchi che hai spezzato, i figli che hai perduto,
il tuo album di foto sta andando alla deriva
e il tuo amante prezioso se ne è andato un'ora fa,
ma io posso capire la tua età.
Dolce Signora che bruci, per che cosa stai bruciando?
I gerani al tuo balcone si stanno consumando.

La casa del pazzo

Lo Cascio - De Gregori

In cima alla collina del tridente, appollaiata come una gallina,
c'è la casa  che il pazzo ha costruito, per avere la luna più vicina,
il pazzo sta scrivendo da vent'anni, una canzone senza verità,
ma adesso è tardi e forse questa sera, metterà un punto e la abbandonerà.
Le stelle sono fredde in fondo al porto, dove le case cambiano colore,
dove c'è il molo dei contrabbandieri, e costa un po' di meno anche l'amore.
Fra i marinai che aspettano l'imbarco e ridono chiedendo un altro litro,
un vecchio guarda fisso oltre le navi, dove il suo mare è diventato vetro.
In coma alla collina del tridente, la luna sembra proprio una patata,
il palazzo del matto è illuminato la festa del perdono è cominciata,
scendendo dalle nuvole più basse, un angelo è volato nella stanza
e regalato al pazzo una pistola e il pazzo la pulisce con troppa noncuranza.
Sulla sua tomba il vento sarà un bacio e l'erba la carezza di un'amante,
quando l'agnello belerà più forte e il mare sarà un po' meno distante.
E il vecchio in fondo al porto sarà un santo che si ubriaca con la sua virtù,
ricordando che il mare era diverso quando lo ha navigato in gioventù.

Vocazione 1 e 1/2

Venditti - De Gregori

Con la tua tonaca e il tuo breviario di Dio,
sei andato a spasso con la tua bicicletta verso il cielo
con la tua sciarpa da bambino fin su gli occhi,
verso il paese dei balocchi.
Nella tua stanza sotto il ritratto di Sturzo,
il crocifisso ti faceva l'occhiolino
e tu pregavi con la faccia sul cuscino
un po' di pane, un po' di vino.
E nella Chiesa l'incenso che brucia se ne va,
che lingua parla l'agnello che oggi morirà, e chi lo benedirà?
Un po' di pane e un po' di vino.
Con la tua tonaca e il tuo breviario di Dio
sei andato a spasso con la tua bicicletta verso il cielo
con la tua sciarpa da bambino fin su gli occhi
verso il paese dei balocchi.
E nella chiesa l'incenso che brucia se ne va......

In mezzo alla città

Venditti - De Gregori

Strade di case grigie di neve sporca, te ne vai,
sono le otto, la Standa è già chiusa e il mio letto ti dice ciao.
Io sono sempre più solo ed intorno la mia città,
cravatte di seta, di povera gente che vive dentro al metrò.
E al mattino penserai fra il caffè e la tua realtà,
come è strano insieme a lui, proprio in mezzo alla città.
Una vestaglia, vini di Creta, dischi di Leonard Cohen,
le mie canzoni, le mie scenate, comiche di Charlot.
Cosa farai questa notte, una luce si spegnerà,
ed il freddo, le luci, la rabbia, la nebbia e l'amore che se ne va.
Ma la mattino, penserai, fra il caffè e la tua realtà,
come è strano insieme a lui, proprio in mezzo alla città

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