La valigia dell'attore

De Gregori

Eccomi qua, sono venuto a vedere
lo strano effetto che fa,
la mia faccia nei vostri occhi
E quanta gente ci sta
e se stasera si alza una lira
per questa voce che dovrebbe arrivare,
fino all'ultima fila.
Oltre al buio che c'è,
e al silenzio che lentamente si fa
e alla luce che taglia il mio viso,
improvvisamente eccomi qua
siamo l'amante e la sposa,
siamo arrivati fin qua,
l'attore e la sciantosa
e siamo pronti a qualsiasi cosa
pur di stare qua.
Siamo il padre e la figlia,
finalmente qua,
siamo una grande famiglia,
abbiam lasciato soltanto un momento
la nostra valigia di là,
nel camerino già vecchio,
tra un lavandino e uno specchio
tra un manifesto e lo specchio,
tra un manifesto e lo specchio.
Eccoci qua, siamo venuti per poco,
perché per poco si va.
E il sipario è calato già,
su questa vita, che tanto pulita non è
e ricorda il colore di certe lenzuola, di certi hotel
che il nostro nome ce l'hanno già
e ormai nemmeno ci chiedono più,
il documento d'identità.
E allora eccoci, siamo qua,
siamo venuti per niente,
perché per niente si va,
e ci inchiniamo ripetutamente
e ringraziamo infinitamente.
Eccoci qua, siamo il padre e la figlia,
capitati fin qua.
Siamo una grande famiglia,
abbiam lasciato soltanto un momento
la nostra vita di la,
nel camerino già vecchio,
tra un lavandino e lo specchio,
tra un lavandino e lo specchio.

Non dirle che non è cosi

  Dylan- De Gregori

Se la vedi, dille ciao
salutala dovunque sia.
Se ne è andata tempo fa
e adesso forse è in Tunisia.
Dille che non si preoccupi
per le cose lasciate qui
e se crede che il l'abbia scordata,
non dirle che non è cosi.
Abbiam dovuto dividerci
e sbatterci qua e là.
Per quelli che si amano,
non è certo una novità.
E adesso che se ne è andata,
adesso che non c'è,
è ancora nel mio cuore
è ancora vicino a me.
Quando la incontrerai
dalle un bacio da parte mia.
Ho sempre avuto rispetto per lei
per come se ne è andata via.
Se c'è un altro che le sta accanto,
certamente non sarò io,
a mettermi fra  loro,
ci scommetto che non sarò io.
Faccio un lavoro strano,
vedo gente in quantità.
E mi capita ogni tanto di sentire il suo nome
in giro per le città.
E non ci ho fatto ancora l'abitudine
o forse mai ce la farò.
Sarà che sono troppo sensibile,
o nella testa chissà che c'ho.
Sole grande, luna blu,
il passato è ancora qua.
E so a memoria i ricordi
e il tempo prende velocità.
Se tornasse da queste parti,
il mio indirizzo la gente lo sa,
tu dille che può cercarmi,
se trova il tempo, mi troverà.

Il suono delle campane

  Locasciulli - De Gregori

Uomini senza terra, uomini senza città,
uomini senza più cittadinanza,
uomini senza umanità.
Uomini sul confine, uomini di qua e di là,
uomini in fondo agli uomini.
Uomini forti e stupidi, uomini magri e strani,
uomini come pecore, uomini come cani.
Ho visto uomini lasciati andare
nella notte degli ospedali.
E uomini di là dal mare
fatti a pezzi come maiali.
Ho visto uomini decidere,
su chi doveva sparare per primo.
Uomini tirare a sorte
il nome dell'assassino.
Uomini dire basta
altri uomini dire ancora.
Uomini alla finestra affacciati su una galera.
Ho visto uomini politici,
chiusi dentro a un francobollo.
Uomini sconfitti,
con un cartello al collo.
Uomini avere freddo
e altri uomini avere fame,
uomini sotto agli uomini
per l'ultima pezzo di pane.
Uomini senza terra, uomini senza città
uomini senza più speranza
uomini senza carità.
Uomini senza tregua
uomini senza pietà.
Uomini in fondo agli uomini...
Ho visto uomini decidere
su chi doveva sparare per primo.
Uomini tirare a sorte
il nome dell'assassino.
Uomini in file indiana
nella notte di Natale,
aspettavano fumando,
il suono delle campane.
Aspettavano cantando,
il suono delle campane.
Aspettavano sognando....

Dammi da mangiare

  De Gregori

Dammi da mangiare,
dimmi che posso stare qui.
Non ho soldi per pagare,
ma dimmi lo stesso di si.
E ferma la tua testa nelle mie mani,
e poggia la tua mano dritta sulla mia schiena.
Dammi da mangiare,
è già ora di cena.
E noi guardiamo da questa finestra la luna.
Ci sono amori disordinati,
nel mio passato e nei tuoi passati
e notti come questa
passate a rubare.
Ci sono alberi sdradicati
e occhi infiniti e cicatrici
che non voglio spiegare adesso.
Dammi da mangiare,
che ti preparo io.
Fammi venire in cucina
che ti cucino io.
E lascia che trascorra la notte
su quest'altra stazione,
e che nel buio possiamo sentire il respiro del termosifone.
Dammi da mangiare
che ti prendo il cuore.
Lasciami piangere,
lasciami fingere,
lasciami fare.
Ci sono amori dimenticati
nel mio passato e nei miei passati
e notti come questa,
passate a bruciare.
Ci sono figli desiderati
e fidanzati troppo educati
e sentimenti che non voglio fermare adesso.
Dammi da mangiare,
guarda quanta neve...
lascia qualche briciola fuori sul davanzale!

Ti leggo nel pensiero

  De Gregori

Faccio a pugni con te,
poi ti vengo a chiamare.
Benedico e ringrazio
e maledico il mondo, com'è.
E mi domando perché,
ti dovrei cercare?
Tutte le volte che passi
e ti fermi lontano, da me.
Sarà come sarà,
sarà come sarà,
se sarà vero.
E mi dirai "cammina"
e mi nasconderai,
la fine del sentiero, però
ti leggo nel pensiero.
Le mie chiavi di casa,
puoi tenertele tu.
Per trovarmi, una stanza
ed un pezzo di pane,
non mi servono più.
Sarà che mi vedrai tremare
durante il temporale
ed alzare la testa e bestemmiare
quando torna il sole.
Sarà come sarà,
sarà come sarà,
se sarà vero.
Sarà che inciamperò da qualche parte
e poi ripartirò, da zero, però
ti leggo nel pensiero.
Chiedimi perdono, per come sono
perché è così che mi hai voluto tu!
Prendimi per il collo,  prendimi per mano
che non mi trovo più...
Torno a casa la notte
e non mi lasciano entrare.
E non trovo parole,
e nemmeno ci provo a bussare.
Ma tu davvero puoi prendere il miele,
e trasformarlo in pane?
Davvero sai pescare un uomo,
perduto nel mare?
Sarà come sarà,
se sarà vero.
Sarà come sarà
e mi vedrai davvero.
Poco prima dell'alba,
quando il buio è più nero,
ti leggo nel pensiero.
Ti leggo nel pensiero

Buona notte Nina

De Gregori



Buonanotte amore, buonanotte Nina,
ti vedrò nei miei sogni per scordarti la mattina
Se un giorno sarò triste e ti vorrò vedere
ti troverò cercandoti nel fondo di un bicchiere,
ti troverò cercandoti nel fondo di un bicchiere.

Tutto vestito a festa, il viso ben rasato,
ho sognato di entrare nel tuo castello alato.
Parlavo con tuo padre, giocavo coi bottoni,
rinnegavo in un momento la mia stirpe di cafoni,
rinnegavo in un momento la mia stirpe di cafoni.

Nina non devi piangere, ti prego, anima mia,
volere bene a me sarebbe una pazzia.
Come principe azzurro è meglio un professore,
che ti darà il suo nome con un pizzico d'amore,
che ti darà il suo nome con un pizzico d'amore.

Lo sai che sono solo un povero straccione,
senza dimora fissa, senza reputazione.
Un giorno verrà un altro, più giovane e più bello,
che avallerà il suo amore regalandoti un anello
che avallerà il suo amore regalandoti un anello.

E quando andrai all'altare, in un giorno di maggio,
avrai già ritrovato la gioia ed il coraggio.
E quando gli invitati daranno mano al riso
avrai dimenticato le mie labbra ed il mio viso
avrai dimenticato le mie labbra ed il mio viso

E scenderà la notte sul tuo letto di sposa,
un letto ricoperto di petali di rosa.
Ed io vestito male, io con le scarpe rotte,
starò di sotto a dirti "amore, buonanotte"
starò di sotto a dirti "amore, buonanotte"

Buonanotte amore, buonanotte Nina,
ti vedrò nei miei sogni per scordarti la mattina.
Se un giorno sarò triste e ti vorrò vedere
ti troverò cercandoti nel fondo di un bicchiere
ti troverò cercandoti nel fondo di un bicchiere

Rosso Corallo

De Gregori


Rosso corallo, il sangue nelle vene,
datelo, vi prego, a chi mi volle bene,
che ci sia per lei soltanto quel dolore
fino a che non trovi un altro amore.

Date la chitarra al mio più caro amico,
lui saprà cantarvi le cose che io non dico.
Suonerà meglio e suonerà più forte
la mia chitarra dopo la mia morte.

Belle le mie scarpe, belle e ancora buone,
datele ai miei amici, vi prego, a uno straccione.
Lui saprà trovare nella comodità
la vera essenza della povertà.

E per seppellirmi non scomodate sega,
bella o brutta la bara ben poco me ne frega.
Quando un po' di terra mi toglierà la voce
potrò fare a meno perfino della croce.

E voi fratelli, fratelli che restate,
vi prego non vi fate quelle facce disperate,
anche se quel prete mi maledirà in eterno
state pur tranquilli che non andrò all'inferno.

Rosso corallo, il sangue delle vene...

Qualcosa da dichiarare

De Gregori

Cosa vuoi dalla mia vita, chiedimi e ce l'avrai
Dimmi solo una parola, provami e vedrai
Ti servo giardiniere per coltivare una rosa
O un bellissimo cameriere, vuoi, mangiare qualcosa
O preferisci un agente segreto disposto a tradire
O un amante discreto che ti lasci dormire
Che ti lasci dormire

Portami, e prendimi, e comprami, e vendimi
Risparmiami
E spendimi, c'è tanta strada da fare,
hai qualcosa da dichiarare?

Cosa vuoi dalla mia vita, sono pronto a tutto ormai
non son buono a nascondermi
cercami e troverai
Vuoi parlarmi d'amore, ti starò a sentire
puoi giocare al dottore, ti farò guarire

Sognami, e svegliami, e giurami, e credimi
E guardami
E vedimi, vedi che tocca fare per provarti ad amare
Portami, e prendimi, e comprami, e vendimi
Risparmiami
E svendimi, c'è tanta strada da fare,
hai qualcosa da dichiarare?

Il mio fratello

De Gregori

Il mio fratello è l'uomo di pietra,
che ha girato il mondo su una lama,
che conosce la cima degli abeti
E l'odore del grano appena ucciso

Che ha combattuto diecimila guerre,
ed ha riempito diecimila fosse,
sulla cui tomba è scritto con il gesso
caduto nella polvere dell'odio

Il mio fratello è l'uomo di corallo
che ha parlato d'amore a mille donne
ed ha posato le sue mani forti
sulle braccia di un'unica signora

Che ha riscaldato il letto dell'amante
senza riuscire a riscardarle il cuore.
Sulla cui tomba è scritto con il gesso
scivolato nel silenzio vi morì

Il mio fratello è l'uomo di carne
che l'anima ha gettato in un canale,
che ha dormito per terra mille notti
e mille notti fra lenzuola d'oro

E' corso verso il monte di cristallo
per cercare un suo amore di stagnola.
Sulla cui tomba è scritto con il gesso
Qui giace il saggio dagli occhi di bambino

Little snoring Willy

De Gregori

Where did you get your honey coloured shirt
where did you get your hat
Little Snoring Willy with your eyes so blue
best of many people to love you.
Little Snoring Willy walks at Piccadilly
sitting inside a Whimpy Bar
Little Snoring Willy
love the Little Dilly and hear his mummy on the stars
ah, the stars are far away
ah, the stars are far away.
Suddenly in the afternoon it's time to go
back in your dimension the your people know
perhaps at your woman there's a rose to rise
right between her lips you find a new surprise.
Little Snoring Willy walks at Piccadilly
sitting inside a Whimpy Bar
Little Snoring Willy
love the Little Dilly and hear his mammy on the stars
ah, the stars are far away
ah, the stars are far away.
Where did you get your honey coloured shirt
where did you get your hat
Little Snoring Willy with your eyes so blue
best of many people to love you.

Un letto come un altro

De Gregori- Cohen

A volte mi ricordo quando tanto tempo fa
giurammo senza scrupoli un amore senza età.
Tu cominciasti ad amarmi ed io feci il tuo gioco
e adesso ci accorgiamo che tutto dura poco.
Ma i tuoi occhi sono allegri, tu sorridi e io lo so
questa notte sarà bello, sarà bello, sarà bello,
sarà bello, sarà bello per un po'.
Le stanze dove vivo io le scelgo attentamente,
finestre molto piccole, le pareti senza niente.
C'è solamente un letto, c'è solo una preghiera,
ed io che aspetto te che ritorni quando è sera.
E i tuoi occhi sono allegri, tu sorridi ed io lo so che stanotte sarà bello,
sarà bello, sarà bello, sarà bello, sarà bello per un po'.
A volte la rivedo che si spoglia per me,
lei è come una regina ed io sono il suo re
e lei muove le sue cosce senza troppa castità,
è davvero un bel ricordo se un ricordo resterà.
E i suoi occhi sono allegri, lei sorride ed io lo so che stanotte sarà bello,
sarà bello, sarà bello, sarà bello, sarà bello per un po'.

Spiro Agnew

De Gregori

Questa è una canzone dedicata a Spiro Agnew,
strenuo difensore della libertà.
Fiero odiatore dei capelloni tutti,
amante fino in fondo della verità.
Un giorno Spiro Agnew impazzì improvvisamente
e disse in un discorso di fronte a tanta gente
che la guerra nel Vietnam è una grossa porcheria
e chi la vuol difendere dovrebbe andare via.
"Finora coi ragazzi sono stato troppo energico,
con chi prendeva l'hashish o l'acido lisergico,
l'America è malata, i rimedi siano estremi,
o ci droghiamo tutti o diventiamo scemi"
E cominciò a fumare e a regalare fiori,
vestito con estrema abbondanza di colori,
bruciò molte bandiere con su scritto "United States"
e fece il terzo uomo nel delitto Sharon Tate.
Ma si formò un drappello dell'America pulita
per ritrovare Agnew e fargli cambiar vita.
E alla testa di tutti c'era Nixon e a lui vicino
Pietro Germi, i calabresi, Mauro Ferri e Ciancimino.
Ci fu perfino il coro del gruppo "Viva la gente"
che compose una canzone senza chieder in cambio niente
Cantavano "Spiro, Spiro, che cosa ti succede?
Da molto tempo ormai fra di noi non ti si vede"
"Torna, torna a difendere la nostra santa terra,
vieni, vieni a combattere la nostra amata guerra.
E Spiro si commosse e pianse lungamente
vedendo quanto bene gli voleva la sua gente.
E per rendere palese il cambiamento di opinioni
tagliò testa e capelli a quattro capelloni.
E qualche giorno dopo, vestito da educanda,
tornò alla Casa Bianca accolto dalla banda
guidando un grande cocchio trainato nella piazza
da cento vietnamiti

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