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Bellamore, bellamore, non mi lasciare. Bellamore, bellamore, non mi dimenticare. Rosa di primavera, isola in mezzo al mare. Lampada nella sera, Stella Polare. Bellamore, bellamore, fatti guardare, nella luna e nel sole, fatti guardare. Briciola sulla neve, lucciola nel bicchiere. Bellamore, bellamore, fatti vedere. E vieniti a sedere, vieniti a riposare, su questa poltroncina a forma di fiore. Questa notte che viene non darà dolore, questa notte passerà, senza farti del male. Questa notte passerà, o la faremo passare. Bellamore, bellamore, non te ne andare. Tu che conosci le lacrime, e le sai consolare. Bellamore, bellamore, non mi lasciare. Tu che non credi ai miracoli, ma li sai fare. Bellamore, bellamore, fatti cantare, nella pioggia e nel sole fatti cantare. Paradiso e veleno, zucchero e sale. Bellamore, bellamore, fatti consumare, e vieniti a coprire, veniti a riscaldare, su questa poltroncina a forma di fiore. Questo tempo che viene non darà dolore, questo tempo passerà, senza farci del male. Questo tempo passerà, o lo faremo passare.
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E adesso puoi sentirne il respiro sul collo, puoi sentirne l'odore. Puoi scoprirne gli accordi e il ritmo e la melodia, e se appoggi l'orecchio sul muro, puoi distinguerne le parole, e dietro alla festa smascherare il dolore. Sangue su sangue precipita senza rumore. Sangue su sangue, precipita senza rumore. Tutto ho veduto e tutto ho saputo e tutto ricordo. Tutti i contorni di questa gigantografia. E come la tua mano tremava, mentre teneva la mia, ed ogni parola sul mondo, diventava bugia. Sangue su sangue, non macchia va subito via. Sangue su sangue, non macchia va subito via. E tutto è creduto, tutto è dovuto, tutto è rimpianto. In questa notte che si sta avvicinando ogni giorno di più. E non ti convince per niente, il programma che stanno dando, ma che strano, nessuno lo può più cambiare col telecomando. E' sangue su sangue, sangue su sangue, soltanto. Stai dormendo, oppure fai finta anche tu? Stai sognando, oppure stai pensando anche tu? Che siamo chiusi in una scatola nera, stella nessuno ci aprirà Chiusi in una scatola nera, stella nessuno ci libererà. Chiusi in una scatole nera, che nessuno, mai, ritroverà. E adesso, puoi trovarmi, con la faccia per terra in un campo di grano. Oppure sepolto vivo in una galleria, o sperduto fra topi e piccioni, sulla riva di un mondo. O seduto a guardare la pioggia sull'orlo di questo vulcano. Sangue su sangue, leggero precipita piano. Sangue su sangue, leggero precipita piano. Stai dormendo, oppure fai finta anche tu? Stai sognando, oppure stai pensando anche tu? Che siamo chiusi in una scatola nera, stella nessuno ci aprirà. Chiusi in una storia nera, stella nessuno ce la spiegherà. Chiusi in una scatola nera, che nessuno mai, ritroverà.
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Dietro a un miraggio c'è sempre un miraggio da considerare, come del resto alla fine di un viaggio, c'è sempre un viaggio da ricominciare. Bella ragazza, begli occhi e bel cuore, bello sguardo da incrociare, sarebbe bello una sera doverti riaccompagnare. Accompagnarti per certi angoli del presente, che fortunatamente diventeranno curve nella memoria. Quando domani ci accorgeremo, che non ritorna mai più niente, ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria. Perciò partiamo, partiamo, che il tempo è tutto da bere, e non guardiamo in faccia a nessuno, che nessuno ci guarderà. Beviamo tutto, sentiamo il gusto, del fondo del bicchiere, e partiamo, partiamo, non vedi che siamo partiti già? E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali, o a Milano con i suoi sarti ed i suoi giornali. O a Venezia, che sogna e si bagna sui suoi canali. O a Bologna, Bologna coi suoi orchestrali. E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali, o a Milano coi suoi terroni settentrionali. Oppure a Modena coi suoi motori fenomenali, o a Bologna, Bologna coi suoi orchestrali. Dietro a un miraggio, c'è sempre un miraggio da desiderare, come del resto alla fina di un viaggio, c'è sempre un letto da ricordare. Bella ragazza, ma chi l'ha detto che non si deve provare? Ma chi l'ha detto che non si deve provare a provare? Così partiamo, partiamo che il tempo potrebbe impazzire e questa pioggia da un momento all'altro, potrebbe smettere di venire giù. E non avremmo più scuse allora per non uscire. Ma che bel sole, ma che bel giallo, ma che bel blu! Perciò pedala, pedala che il tempo potrebbe passare e questa pioggia paradossalmente, potrebbe non finire mai. E noi con questo ombrelluccio bucato, che ci potremmo inventare? Ma partiamo, partiamo non vedi che siamo, partiti ormai? E andiamo a Genova coi suoi spiriti musicali, o a Milano coi suoi sarti ed i suoi industriali. Oppure a Napoli coi suoi martiri professionali, o a Bologna, Bologna coi suoi orchestrali. E andiamo a Genova coi suoi svincoli musicali, o a Firenze coi suoi turisti internazionali, oppure a Roma che sembra una cagna in mezzo ai maiali o a Bologna, Bologna coi suoi orchestrali!
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Chi ruba nei supermercati?
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Oggi è un giorno che vale la pena guardarsi alle spalle, e anche uno specchio può andare bene per liberarsi dalle catene, dalle montagne venire a valle, anche uno specchio va bene. Così vediamo dove siamo e dove stiamo andando. Così impariamo ad imparare e a sbagliare sbagliando. Tu dove vai fratello? Sei partito che era tutto fermo e adesso già la terra sotto ai tuoi piedi, si sta spostando. Tu cosa credi, bello? Che davvero sia una buona stella, questa stella nera, nera, che ci sta accompagnando? E se non fosse per sentirmi vivo adesso io nemmeno probabilmente, starei cantando. Tu da che parte stai? Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati, o di chi li ha costruiti? Rubando! Oggi è un giorno da stare in coperta a guardare le onde arrivare, su tutti i lati di questa nave. E non c'è spiaggia dove nascondersi e non c'è porto dove scampare, al tribunale del mare. Sarà sereno e se non sarà sereno, si rasserenerà. In quale notte ci perderemo, quale futuro ci raccoglierà? Tu dove vai fratello? Sei partito che era ancora notte e adesso l'asfalto sotto ai tuoi piedi, si sta squagliando. Tu cosa credi bello? Di sapere, veramente il prezzo e il nome, il nome e il prezzo che ti stanno dando? Ma se non fosse per sentirmi vivo, adesso io nemmeno per tutto l'oro del mondo, starei gridando. Tu da che parte stai? Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati? O di chi li ha costruiti. Rubando?
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E' tutta stesa al sole, vecchio questa vecchi storia. Tutta nelle tue gambe e nella tua memoria. Che hai visto il Tevere quando era giovane, che si poteva nuotare. Che hai visto il cielo quando era libero, che si poteva guardare, e hai visto l'aquila volare. Io da qui vedo il cielo inchiodato alla terra e la terra attraversata da gente di malaffare, e vedo i ladri vantarsi e gli innocenti, tremare, vedo i ladri vantarsi e gli innocenti, tremare. Ma tu, dimmi che cosa vedi, adesso tu, che adesso quasi non ci vedi più. Dimmi che cosa vedi tu da lì, dimmi che tutto è più chiaro che qui. Tutto più chiaro che qui. E dimmi che potrò capire, e dimmi che potrò sapere, e dimmi che potrò vedere, un giorno anch'io così. Tutto più chiaro che qui Anch'io così, tutto più chiaro che qui. E' tutta stesa al sole, questa vecchia storia. tutta sulle tue spalle vecchio e sulla tua parola. Che hai visto piovere sulle rovine, e le montagne crollare. e hai visto il sangue e le stelle alpine e la neve bruciare, e hai visto l'aquila volare. Io da qui vedo uomini caduti per terra, e nessuno fermarsi a guardare. E gli innocenti confondersi e gli assassini ballare, e gli innocenti corrompersi e gli assassini brindare. Ma tu, dimmi che cosa vedi adesso tu, che adesso quasi non ci vedi più. Dimmi che cosa vedi tu, da lì, Dimmi che tutto è più chiaro che qui, tutto più chiaro che qui. E dimmi che potrò capire, e dimmi che potrò sapere, e dimmi che potrò vedere, un giorno anch'io così, tutto più chiaro che qui. ..... .....
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Vieni insieme a me stasera, stella della strada. Guardami la notte intera, tienimi a bada. E ascolta questa nota stonata, come batte nel cuore. Senti stella della strada, questa musica, questo dolore. Raccogli i bicchieri e i pensieri, e i vestiti sul pavimento. Raccogli l'amore di ieri, e buttalo via nel vento. E' ghiaccio se lo tocchi da fuori, ma è fuoco che scotta dentro. E' ghiaccio se lo tocchi da fuori, ma è fuoco che brucia e non è ancora spento. Vieni insieme a me stasera, dimentica il mio nome. Saremo i pezzi di una storia vera, o di una canzone. C'è una luna che sale ai tuoi piedi, Venera sta crescendo. La santabarbara del tuo cuore, lentamente sta, esplodendo. Raccogli le perle e la pioggia e l'innocenza dal pavimento. Raccogline l'ultima goccia, e buttala via nel tempo. E lascia passare quest'uomo, quest'amore di serpente. Che certo non ti ha dato molto, ma in cambio non ti ha chiesto e non ti ha preso niente. Vieni insieme a me, stasera, insegnami la strada, insegnami, la notte intera, dovunque vada.
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Tu sei seduto nel buio, io lavoro nella luce. Tu sei seduto in silenzio, io vivo con la mia voce. Tu sei seduto comunque, dovunque, qualunque cosa fai. Tu sei un ragazzo pulito, hai le orecchie piene di sapone, sarà per questo che non distingui più, la regola dall'eccezione. Quando ritocchi la punteggiatura, del tuo ultimo capolavoro, e ti rivolti nella malafede e poi firmi, con la tua penna d'oro. Dimmi come ti va, come ti senti. Dimmi come ti va e come ti addormenti. Dimmi come si sta, come ti senti, se c'è qualcosa in cui ti penti, o se va bene tutto così, com'è. Tu sei da tutte le parti, io sempre da una parte sola. E non ho consigli da darti, la tua politica ha fatto scuola. Ciambellano del nulla, avanzo di segreteria. Ma ti ricordi com'è quando cercavi una sistemazione? Professionista dell'amicizia e della compassione? Ma sempre meglio di adesso che vai girando come una sciantosa. E non sei niente, ma fai di tutto, per sembrare qualcosa. Dimmi come ti va?, come ti senti......
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Cammino come un marziano, come un malato, come un mascalzone. Per le strade di Roma, vedo passare persone e cani, e pretoriani con la sirena e mi va l'anima in pena. Mi viene voglia di menare le mani, mi viene voglia di cambiarmi il cognome. Cammino da sempre sopra i pezzi di vetro e non ho mai capito come. Ma dimmi dov'è la tua mano, dimmi dov'è il tuo cuore. Povero me! Povero me! Povero me! Non ho nemmeno un amico qualunque per bere un caffè. Povero me! Povero me! Povero me! Guarda che pioggia di acqua e di foglie che povero autunno che è. Povero me! Povero me! Povero me! Mi guardo intorno e sono tutti migliori di me. Povero me! Povero me! Povero me! Guarda che pioggia di acqua e di foglie, che povero autunno che è. Guarda che pioggia di acqua e di foglie, che povero autunno che è. Cammino come un dissidente, come un deragliato, come un disertore. Senza nemmeno un cappello o un ombrello da aprire. Ho il cervello in manette, dico cose già dette e vedo cose già viste. I simpatici, mi stanno antipatici, i comici mi rendono triste. Mi fa paura il silenzio, ma non sopporto il rumore. Dove sarà la tua mano, dolce, dove sarà il tuo amore? Povero me! Povero me! Povero me! Mi guardo intorno e sono tutti migliori di me. Povero me! Povero me! Povero me! Guarda che pioggia di acqua e di foglie, che povero autunno che è.......
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La ballata dell'Uomo Ragno
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Mamma c'ha il cuore debole, ma la voce è di tuono. Mamma c'ha il cuore debole, ma la voce è di tuono. Ci guarda con il semaforo dall'ultimo piano. Promette un castigo, minaccia un perdono. E noi siamo tutti in fila davanti al bagno, e noi siamo tutti in fila davanti a un sogno. E noi siamo tutti instrada davanti a un segno, e noi siamo tutti al fiume a trasformare l'oro in stagno. Ma prima di aver finito, faremo un buco nell'infinito e accetteremo l'invito a cena dell'Uomo Ragno. Camminano sopra l'acqua, passano attraverso al muro. Camminano sopra l'acqua, passano attraverso al muro. Nascondo il passato, parlando del futuro, e se trovano la cruna dell'ago, se la mangiano di sicuro. E noi siamo tutti in fila davanti al bagno, e noi siamo tutti in fila davanti a un sogno. E noi siamo tutti in strada davanti a un segno, e noi siamo tutti al fiume a trasformare il fuoco in legno. Ma prima della mattanza, faremo esplodere questa stanza e porteremo quello che avanza dall'Uomo Ragno, dall'Uomo Ragno. E' solo il capobanda, ma sembra un faraone. E' solo il capobanda, ma sembra un faraone. Ha gli occhi dello schiavo, lo sguardo del padrone. si atteggia a Mitterand, ma è peggio di Nerone. E noi siamo tutti in fila ,davanti al bagno, e noi siamo tutti in fila davanti a un sogno. E noi siamo tutti in strada davanti a un segno. E noi siamo tutti al fiume a fare il controcanto, al cigno. Ma prima del Carnevale, faremo un buco nello stivale ci squaglieremo nel gran finale, con l'Uomo Ragno.
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Passa correndo lungo la stradale un autotreno carico di sale. Adelante! Adelante! C'è un uomo al volante, ha due occhi, che sembra un diavolo. Adelante! Adelante! L'arrivo è distante, E' alla fine, di questo tavolo. Di questo cavolo di pianura, di questa terra senza misura, che già confonde la notte e il giorno e la partenza con il ritorno e la ricchezza con il rumore, ed il diritto con il favore e l'innocente col criminale ed il diritto col Carnevale. Passa correndo lungo la stradale un autotreno carico di sale. Da Torino a Palermo, dal cielo all'inferno, dall'Olimpico al Quirinale. Da Torino a Palermo, dal futuro al moderno, dalle fabbriche, alle lampare. In questa terra senza più fiumi, in questa terra con molti fumi, tra questa gente senza più cuore e questi soldi che non hanno odore, e queste strade senza più legge, e queste stalle senza più gregge. Senza più padri da ricordare e senza figli da rispettare. Passa correndo lungo la statale un autotreno carico di sale. Adelante ! Adelante! C'è un uomo al volante, c'è un ombra sulla pianura. Adelante! Adelante! Il destino è distante è alla fine dell'avventura. E si nasconde in un polverone, nell'orizzonte di un acquazzone, e nei vapori della benzina. Diventa musica nella mattina. E meraviglie Sudamericane e companatico senza pane. Arcobaleno, sotto le scale e Paradiso nel temporale. .... ..... Passa correndo lungo la stradale....
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L'avevi creduto davvero che avremmo parlato Esperanto? L'avevi creduto davvero o l'avevi sperato soltanto? Ma che tempo, e che elettricità. Ma che tempo che è, e che tempo che farà? Non lo senti che tuona? Non lo senti che tuona già? Non lo senti che suona? E' lontana però, sembra già più vicina, questa musica che abbiamo sentito già. Babbo c'è un assassino, non lo fare bussare. Babbo c'è un indovino, non lo fare parlare. Babbo c'è un imbianchino, vestito di nuovo, c'è la pelle di un vecchio serpente, appena uscita da un uovo. E c'è un forte rumore di niente..... L'avevi creduto davvero, che avremmo parlato d'amore? L'avevi creduto davvero o l'avevi soltanto sperato col cuore? Gli occhi oggi gridano agli occhi, e le bocche stanno a guardare. E le orecchie non vedono niente, tra Babele e il Villaggio Globale. Babbo c'è un assassino, non lo fare bussare. Babbo c'è un indovino, non lo fare parlare. Babbo c'è un imbianchino, vestito di nuovo, c'è la pelle di un vecchio serpente, appena uscito da un uovo, e c'è un forte rumore di niente, un forte rumore di niente....
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