RadioRai 2

25.11.1996

Sala A di Via Asiago

MUSICA E PAROLE

Incontro con

Francesco De Gregori

conduce

Fabio Fazio.

 

 

FAZIO: Buonasera, buonasera da RadioRai. Sono Fabio Fazio. Fate pure…. No, dico “fate pure” perché l’avvenimento a cui stiamo per assistere nell’intimità della sala A della RadioRai di Via Asiago, di questa mitica RadioRai, è di quelli eccezionali.

Non so perchè hanno chiamato me (forse si pentiranno per quello che hanno fatto) per questo incontro di amicizia, d’affetto e di quant’altro ci viene in mente….. dal vivo!

Quanti siamo qui, un centinaio? Non lo so, perché quando uno non si vede in televisione pare che non esiste nessuno. Ci siete? Bene, basta, basta, Fermi!

Questo incontro è con lui. E’ la prima volta che mi capita e affinchè non sia l’ultimo (e affinchè non sia l’ultimo per colpa mia) chiedo la vostra collaborazione… sta per entrare Francesco De Gregori! ….Sire!… Eccolo!

DE GREGORI: Bè, grazie, grazie a voi! Grazie a te, Fabio, di questa presentazione così esagerata …. eccoci qua!

FAZIO: Hai una bella voce, prima di tutto. Ci sediamo?

DE GREGORI: Sì, grazie, tu dici che ho una bella voce perché siamo alla radio, non puoi dire che son bellissimo.

FAZIO: No, non servirebbe, lo capisci? Lo direi anche… ci sediamo, così intanto tu raggiungi la poltrona. Il microfono eccolo qua, eccolo… che ti succede?

DE GREGORI: Grazie del microfono. Sta arrivando per sedersi accanto a noi l’altro ospite…..

FAZIO: Eccolo qua, Ambrogio Sparagna, è vero. Prego Maestro, si accomodi, accompagnerà De Gregori?…….. Porca miseria! Se tu fai già così figurati io … faccio la radiocronaca: si tiene la testa tra le mani. Sei pentito? Vuoi andare via?

DE GREGORI: No, no. Sono molto contento e ti cedo la parola.

FAZIO: Grazie, ma io te la ridarò con grande affetto.

DE GREGORI: La cediamo a loro.. vedo che sono scatenati.

FAZIO: Subito. Sì, fremono. Ecco, diciamo solo questo: non è un concerto, è un incontro, il primo che Francesco De Gregori fa, mi dicono.

DE GREGORI: Io non ho mai fatto nulla del genere prima, è vero. Posso garantire.

FAZIO: Come mai questa….. c’è un’espiazione?

DE GREGORI: Forse è una voglia di riconciliarmi con la radio, perché la radio è sempre semplificata, diciamo la verità. Passano soltanto i dischi e non è giusto, bisogna anche venire di persona, far vedere i muscoli, la pelle. Il sangue speriamo no, ma insomma..

FAZIO: Tanto non si vede.

DE GREGORI: Eh.. insomma. Far sentire anche gli ascoltatori della radio, perché non ci sono solo io stasera, c’è anche Fabio Fazio, poi ci sarà anche Sparagna, ma ci siete soprattutto voi ascoltatori sempre così dimenticati, senza faccia e senza voce. Fate sentire la vostra voce.

FAZIO: Sì, si, l’hanno fatta sentire…

DE GREGORI: E che voce!

FAZIO: Come direbbe Mike Bongiorno “pensate” anche quando non c’è niente da pensare, pensate: il due dicembre RadioDue trasmetterà in diretta da Napoli il suo concerto.

DE GREGORI: Si, è vero.

FAZIO: Anche questa è una prima volta?

DE GREGORI: Questa è una buona domanda perché a volte mi capita di fare delle cose…

FAZIO: Se non la sai non fa niente… non è obbligatorio.

DE GREGORI: Non la so. Però volevo dirti che siccome non siamo in televisione mi levo la giacca…

FAZIO: Ti prego, ti prego….. ohhh! E adesso chi ci sta ascoltando chissà cosa immagina!

DE GREGORI: E se fossimo in televisione allora?

FAZIO: Ha una polo sotto!!! Nel senso buono voglio dire. Allora, il fatto che non ci vedano….

DE GREGORI: Ci rende un po’ più birichini…soprattutto te!

FAZIO: No, io anzi, figurati….

DE GREGORI: Questa cosa della polo non si è capita bene!

FAZIO: No, era una constatazione. Va bene. Francesco, ancora non ci credo che tu sei qui.

DE GREGORI: E invece ecco qua.

FAZIO: Ci farà anche ascoltare delle canzoni dal vivo, rigorosamente, qui insieme ad Ambrogio, vero?

DE GREGORI: Si, sì….. se trovo le penne…. sì.

FAZIO: Le penne? Ah sì, il plettro! Per un attimo…ho pensato…. ho avuto già prima un incontro con una signora del pubblico sulle penne, fuori onda, che mi ha un po’ …… Signora vuole iniziare lei? Scusa Francesco, ti andrei a presentare la Signora Silvana. Signora Silvana, ci siamo conosciuti… Signora aspetti! Il microfono, il microfono! Buonasera, lo tengo io. Lo tengo io per contratto, però lo rivolgo a lei.

SILVANA: Buonasera, sono Silvana Aleo, sono felicissima di essere qui perché l’ammiro da morire; e non sono una musicologa io, eh? Non sono stata educata  ad ascoltare e ad amare la musica, purtroppo.

FAZIO: Lei è una abituè della radio, signora? Viene spesso?

SILVANA No, no, assolutamente, è la prima volta. La prima volta che ho telefonato e sono venuta alla radio.

FAZIO: Ma ora lei non è al telefono…

SILVANA: Va bene, sono in diretta……. quasi. E allora?

FAZIO: No quasi! Spieghiamo, lei ha telefonato per prenotarsi!

SILVANA: Perché questa non la trasmettono subito, fra qualche giorno, no?

FAZIO: Ah sì, lei vuole dirci che adesso stiamo facendo la diretta differita. Sa che ha distrutto una decina di persone che hanno lavorato da due mesi affinchè questa questa cosa non si sapesse?

SILVANA: Oh Dio! E va bene…

FAZIO: E’ pentita?

SILVANA: No, no.

FAZIO: Appunto, appunto.

SILVANA: De Gregori l’ammiro tanto perché è un poeta, fa sognare, è reale, e dovrebbe avere più di quello che ha avuto fino ad adesso.

FAZIO: Non gli è andata malissimo, sa?

SILVANA: Però in confronto a tanti… mmmhhh… poteva andargli molto meglio, cioè siccome la televisione e la Rai dovrebbero educare ed abituare il pubblico ad amare le cose più belle, elevare un po’ il pubblico……

FAZIO: Posso fare il riassunto?

SILVANA: Sì.

FAZIO: Lei ama De Gregori!

SILVANA: No, io non amo nessuno alla mia età, ho molta ammirazione…

FAZIO: Sì, in questo senso…

SILVANA: E una cosa le vorrei chiedere…

FAZIO: Ecco la domanda! Aspetti, si becchi l’applauso…

SILVANA: La canzone stupenda, la Donna cannone, forse io un pochino lo sono…

FAZIO: Non dica così…. Signora!

SILVANA: Lei l’ha scritta per Mia Martini, vero?

DE GREGORI: No, signora, mi tocca smentirla, mi dispiace. Non l’ho scritta per Mia Martini, anche se lei l’ha cantata ed io sono stato molto felice di questo suo omaggio.

SILVANA: Ah, va bene, niente. Basta.

FAZIO: Fine. Ecco!

DE GREGORI: Mi tocca dire la verità, lei mi sembra una donna che dice la verità molto bene, anche troppo.

SILVANA: Credevo che l’avesse scritta per Mia Martini e volevo chiederle, in riferimento a questo…., perché quell’essere cannone non vuol dire dedicato a una donna grassa..

DE GREGORI: Non soltanto quello, no. Anche a una donna capace di volare. A volte sanno volare anche le donne magre.

SILVANA: Certo, perché se una donna vuole può volare.

DE GREGORI: Sicuramente. Qualsiasi peso abbia.

SILVANA: Non a tutte le età però.

DE GREGORI: Anche a tutte le età. Certo.

FAZIO: Naturalmente… scusi signora, traduco… in questo momento stiamo parlando attraverso metafore, cioè la signora non sta dicendo che per davvero si può volare.

DE GREGORI: Sì, la signora sta dicendo questo e io sto rispondendo sempre in maniera metaforica.

FAZIO: E’ Francesco De Gregori, stiamo parlando con lui, quindi parliamo in senso metaforico! Perché, sai, se qualcuno si fosse messo in ascolto adesso e si butta giù…

SILVANA: Comunque ringrazio la Radio che mi ha fatto venire, sono stati molto carini. Mi hanno detto “Ma quanti anni ha?”. Quando ho detto l’eta ho pensato “questi l’invito non me lo preparano”. Mi hanno detto “telefoneremo qualche giorno prima”. Ho detto “No! Il giorno 19 alle quattro e un quarto…..”

FAZIO: Signora! Siccome oggi è lunedì 25 e lei continua a dire questo falso storico….

SILVANA: L’ho detto prima e lo confermo una seconda volta.

FAZIO: Eh, ho capito, ha il gusto dell’eufemismo. Senta signora, quanti anni ha? Posso?

SILVANA Settantadue e mezzo, come i bambini.

FAZIO: Un bambino di 72 anni e mezzo!!? Io non l’ho mai visto!

SILVANA: Ai bambini dicono “quanti anni hai?” e loro “quattro e mezzo”. E allora a una certa età è un vanto mettere avanti anche il mezzo.

FAZIO: Benissimo signora, intervenga quando vuole!

SILVANA: No basta. Ho parlato anche troppo!

FAZIO: No, no, siamo qui apposta. Grazie signora Silvana……. Che fai? Hai preso la chitarra? Ha preso la chitarra!

DE GREGORI: Hanno fatto un cenno….

FAZIO: Ti serve la giacca? Francesco De Gregori canta solo con la giacca! E’ una vecchia scaramanzia che lo accompagna? No. Perché canti con la giacca?

DE GREGORI: No, è che dentro la giacca c’è una cosa che mi serve per suonare… il capotasto… ma forse non c’è nemmeno dentro la giacca…. scusate….

FAZIO: Avete un capotasto?

DE GREGORI: No, è dentro la giacca. Eccolo!

FAZIO: Abbiamo trovato il capotasto, qualche attimo di imbarazzo….

DE GREGORI: Chi diceva “questo è il bello della diretta”?

FAZIO: Minà!

DE GREGORI: Eh eh… e come lo diceva?

FAZIO: Ah vigliacco! Tu mi vuoi far fare…Che cosa canti?

DE GREGORI: Avrei voluto fare La donna cannone per ringraziare la signora di queste cose bellissime che ha detto su di me, però siccome ci vorrebbe il pianoforte e quello non c’entrava nemmeno nella giacca…

FAZIO: Io per servilismo posso fare anche il pianoforte!

DE GREGORI: Non sei capace… vorrei fare una canzone che comunque lei gradirà .. speriamo… non si sa mai..

(esecuzione di RIMMEL, solo con la chitarra)

DE GREGORI: Vi ringrazio naturalmente. Grazie.

FAZIO: Se vuoi andare avanti…

DE GREGORI: C’è un’altra canzone che potrei fare che è .. come dire… legata a quel periodo lì, al periodo di Rimmel. Occorre l’armonica a bocca, ce l’ho qui … magari piace anche questa. Si chiama Buonanotte fiorellino.

FAZIO: Ancora a noi non ci par vero tutto questo.

DE GREGORI: Oh! Non è facilissima a suonare...quindi se per caso mi sbaglio poi…

FAZIO: Se hai bisogno ti aiutiamo.

(esecuzione di BUONANOTTE FIORELLINO, con chitarra e armonica)

DE GREGORI: Torniamo a sederci.

FAZIO: Ciascuno dei presenti è andato con la mente chissà dove, perché? Eh?

DE GREGORI: E chi lo sa?

FAZIO: Mah! Quanto sei “alto”!

DE GREGORI: No, alto….

FAZIO: Qui verrebbero a dire tutte quelle cose evocative della musica, sulle parole, su poesia e non poesia. Ma noi non le diciamo, non io, ma almeno le dice il pubblico che ringrazio per non aver rovinato la canzone accompagnando con il battito delle mani. E’ una mia fissazione.

DE GREGORI: Come ogni tanto accade.

FAZIO: Come ogni tanto accade e dà anche fastidio.

DE GREGORI: A volte fa piacere, a volte fa anche piacere.

FAZIO: Però siccome io sono anziano vi ringrazio, perché mi urtano queste cose. Ecco, mi avrebbe dato fastidio disturbare il Maestro. Vado tra il pubblico per la prossima domanda. Tu accomodati…

DE GREGORI: In piedi, sto in piedi. Si dice “seduto o non seduto faccio sempre la mia parte”.

FAZIO: Però, anche “però” c’è subito dopo nella canzone. Allora, chi è il prossimo o la prossima? Chi è lei, parente della Signora Silvana? No. Come si chiama?

FLORIANA: Floriana da Roma. Innanzi tutto volevo dire che sono contentissima di venire qua perché l’altro ieri ho fatto…

FAZIO: Guardi, non ci interessa… le sue cose private, volevo dire che ci interessano ma….

FLORIANA: …ero in lista fra quelli che sono prenotati, va bene, poi ho detto… insomma…dopo ho detto…..

FAZIO: Qui tagliamo tutto. Dica..

FLORIANA: Io volevo chiedere due cose. Una un po’ più seria e l’altra un po’ meno seria.

FAZIO: Noi non le chiediamo quale delle due è quella più seria e quella meno seria. Prego.

FLORIANA: Come mai negli ultimi anni, soprattutto nell’ultimo periodo, è cambiato il rapporto di Francesco De Gregori con i mass media, in questi ultimi tempi devo dire che è molto più presente, grazie al cielo; perché finalmente la musica di De Gregori si conosce, perché molti non lo apprezzano perché non lo conoscono. E l’altra è il rapporto di De Gregori con il pubblico durante i concerti, perché alcune sembra quasi che l’accompagnamento di chi canta sembra quasi possa disturbare la canzone. Io mi ricordo l’ultimo concerto….

FAZIO: Questa è colpa mia, perché siccome io vado a tutti i concerti, lui sa che mi dà fastidio quando la gente rovina le canzoni e allora per cortesia nei miei confronti lui…

FLORIANA: No, perché all’ultimo concerto al Palaeur di Roma, mentre stava cantando la Donna cannone, aveva chiesto che nessuno cantasse. In realtà hanno cantato perché fuori stava venendo fuori una cosa grandiosa.

FAZIO: Sì, però se tutti cantano, si vedano da soli a cantino da soli senza chiamare il cantautore, scusi, eh? Quello si chiama karaoke, lasciate stare i cantautori!

DE GREGORI: No, io credo che… quello che dicevo prima…fa anche piacere. Insomma, su certe canzoni molte volte è piacevolissimo sentire il coro del pubblico, anche se diventa un problema tecnico per chi sta cantando perché non si sente più quello che sta facendo lui, il basso, la batteria. C’è solo questo grande coro pieno di affetto, a volte anche molto intonato (non sempre), ma comunque va benissimo.

La Donna cannone a Roma era un gioco, era un gioco teatrale se vuoi. Fare quel gesto: “non cantate”era… come dire… premeditato. In effetti, comunque, si è creato un momento di silenzio strano in tutta quella bolgia che, credo, non sia stato bruttissimo. E… niente… continuate a cantare, non date retta a Fazio, poi ci parlo io.

Quanto a farmi vedere di più in televisione o alla radio come oggi…. perché no? Ecco, non è sicuramente la parte del mio lavoro che mi riesce meglio, forse nemmeno quella che amo di più, però siccome per tutta la vita uno non fa che imparare, ecco, forse è ora di imparare… è forse anche un fatto di umiltà, forse anche il fatto di non sentirsi il Papa, capito? Ora non vorrei che ci facessero causa…. però bisogna essere un po’ più a portata di mano. L’importante è quello che uno ha da dire e che ha da cantare, cioè portare la propria voce, la propria faccia, le proprie storie. E poi non “dove” le va a portare.

FAZIO: Finito?

DE GREGORI: Io avrei finito, però se tu hai da….

FAZIO: Non volevo toglierti nemmeno un attimo di….

DE GREGORI: Grazie.

FAZIO: Prego… che emozione!…… Lei è?

GABRIELE: Allora, volevo dire a Francesco che lo ammiro sia come cantante ma soprattutto come uomo. In particolare l’ho apprezzato quando ha cantato qui a Roma al concerto al Colosseo contro la fame, e quindi la domanda era in questo senso: che cosa pensa lui delle conclusioni del Consiglio della FAO che si è tenuto qui a Roma?

DE GREGORI: Questa è una domanda assai rigorosa e meriterebbe una risposta molto lunga, bisognerebbe parlare di un argomento che non è alla mia portata di mano ma non è nemmeno alla portata di mano di nessuno in questo breve momento che abbiamo a disposizione. Credo che la FAO subisca in qualche modo la sorte di tutti i grandi organismi internazionali. Mi viene in mente l’ONU. Quando l’ONU deve impedire una guerra non ce la fa mai. La FAO dovrebbe impedire la fame, ma già ha poco senso riferirsi in questo modo il problema. Credo che ci voglia una volontà politica diversa nel “pianeta” e la FAO è un mediatore di queste possibili volontà politiche. Facciamo il tipo per la FAO, insomma non lavoriamo di gomito.

FAZIO: Bene. Vedi, questo capita quando i cantautori, la valenza politica dei cantautori…Cosa? Aspetti signora, aspetti… c’è la signora Silvana di prima che dice “un’altra cosa gravissima”. Dica.

SILVANA: Io non mi intendo di politica, però penso che la FAO ha ottenuto poco o niente, quello che è molto importante sarà l’incontro di domani: il Papa con Castro. Quello sarà…

FAZIO: Cioè, lei si riferisce all’incontro del 19, vero?

SILVANA: Ecco, sì…. eh eh eh. E sa perché?

FAZIO: Perché oggi è il 25!

SILVANA: Gorbaciov quando ha incontrato il Papa, che è avvenuto poi? La caduta del muro di Berlino!

FAZIO: Che cosa vuol dire questo? Perché ha una doppia lettura…

SILVANA: L’incontro di domani fra Castro e il Papa…… terminerà l’embargo che c’è stato finora verso Cuba…

FAZIO: Cioè, lei dice la fine dell’embargo e l’inizio dell’imbarco, nel senso dei mezzi che Cuba sta aspettando da tanto tempo. Signora, però il muro non è caduto, lo hanno buttato giù, perché se no sembra che ogni volta che c’è un incontro viene giù e allora c’è anche una responsabilità….

SILVANA: La caduta è una parola poetica.

FAZIO: Poetica? Va bene. C’è una telefonata, le spiace? No. Pronto?

GIANCARLO: Ciao io sono Gianfranco, chiamo da Cagliari.

FAZIO: Mi sembrava, dalla voce!

DE GREGORI: Eccomi qua.

GIANCARLO: Ciao Francesco! Come va?

FAZIO: Lei chiama da Cagliari per dire “come va”?

GIANCARLO No, anche per questo.

FAZIO: Grazie! E’ contento? La saluto?

GIANCARLO: No, no, vorrei fare la domanda. Ascolta Francesco, io ti volevo chiedere… insomma… praticamente…in questo penultimo album e anche nell’ultimo “Prendere e lasciare” ho notato, per quanto riguarda gli arrangiamenti, una forza maggiore, più trascinante, che poi chiaramente allo stesso tempo è dolcissimo perché i testi sono stupendi … Ecco volevo sapere da te se questa era una cosa voluta, ricercata, oppure…

DE GREGORI: Sicuramente è voluta, ma è voluta nel momento in cui ho scritto quelle canzoni, non è che io ho scritto delle canzoni e poi ho detto “facciamole fare più rockettare”. Credo che alcune di queste canzoni si prestassero da sé stesse a questo nuovo tipo di arrangiamento, ecco. Lo richiedessero proprio.

GIANCARLO: Ah, ecco. Certo. Era una mia curiosità, questa era la mia domanda.

FAZIO: E’ finita? E’ soddisfatto?

GIANCARLO: Soddisfattissimo!

FAZIO: Vuole salutare qualcuno?

GIANCARLO: No

FAZIO: Meno male. La ringrazio, perchè le avrei detto di no.

GIANCARLO: Perché?

FAZIO: Per cattiveria, per cinismo. Ciao, tanti saluti in casa, la saluta Francesco. C’è un’altra domanda laggiù, prego. Come ti chiami?

CLAUDIO: Claudio, da Roma, 24 anni. Ho risolto tutte le formalità?

FAZIO: Io non ho chiesto niente, sai?

CLAUDIO: Chiedo io a Francesco. Tu hai fatto un album dal vivo che si chiama Bootleg, il prezzo era imposto a 24.900 lire. Pensi che i cantautori possono fare qualcosa per …….

FAZIO: Con parole tue, tranquillo.

CLAUDIO: Il problema è quello: trovarle…. Possiamo fare qualcosa per questa industria che ha vietato i bootleg, che sono le registrazioni dei concerti o di prove in studio, dischi che non incidono assolutamente nel mercato discografico ufficiale perché hanno un mercato assolutamente secondario? I dischi ufficiali costano 33.000 adesso, c’è la proposta di portarli a 40.000 lire. Credi che iniziative come le tue, come le altre, possano servire a qualcosa per fermare il prezzo dei CD? Perché ….. proprio non ce la faccio più!

FAZIO: E’ un problema serio questo.

DE GREGORI: Guarda, questa è una domanda, intanto, molto alternativa. Poi la definirei anche molto complessa e c’è un problema reale che è quelo che tu hai detto alla fine. Tu hai detto “io non ce la faccio più a comprare dischi”; magari ne vorresti comprare 5-6 al mese e chiaramente non ce la puoi fare, però hai messo molta carne al fuoco secondo me. Quando tu parli dell’industria che vieta le registrazioni “illegali” io ti devo rispondere che fa benissimo a vietarle, perché c’è una legge che non è oppressiva, è una legge che tutela il diritto d’autore e che va rispettata, va rispettata quale che sia il prezzo della registrazione. Quando io ho fatto uscire Bootleg a 24.900 lire ho potuto farlo perché ero io discografico di me stesso, quindi potevo decidere di entrare sul mercato con quel prezzo, nessuno poteva dirmi “non lo fare”. Ho comunque pagato la SIAE su quel disco, e guai se questo non avvenisse. C’è tutta una linea di tendenza oggi in Italia che dà addosso al diritto d’autore e al diritto di editore. Io sono contrario a questo. Tutti i paesi civili non tollererebbero un attacco a questo.

FAZIO: Stiamo facendo un discorso troppo serio.

DE GREGORI: Però la domanda era molto seria.

FAZIO: Però che i dischi costino troppo…

DE GREGORI: I dischi, guarda…. Secondo me i dischi costano “leggermente” troppo, e rischio di essere impopolare dicendo questo. Io credo che oggi un disco dovrebbe costare qualche migliaia di lire di meno, credo che l’IVA dovrebbe essere più bassa e su questo, in linea generale, sono d’accordo tutti però nessuno l’abbassa; bisognerebbe fare una lotta perchè questa IVA venisse portata a com’è l’IVA dei libri. E questo già farebbe un grosso favore a chi deve comprare dei dischi. E poi, forse, bisognerebbe creare delle fasce diverse di prezzo a seconda dei dischi. Quindi un disco più vecchio dovrebbe costare di meno, il disco di un giovane talento (anche bravissimo ma non ancora conosciuto) può e deve costare di meno. Intanto nell’interesse del giovane e sconosciuto talento ma anche per il pubblico. Però partire così al lancio… io ho sentito un tono anche un po’ polemico … che le case discografiche….In tanti anni di lavoro ho imparato che poi bisogna cercare di collegarsi con la controparte e questo tipo di astio, questo tipo di muro contro muro, per esempio, non c’è fra gli scrittori e gli editori. Nessuno dice che Einaudi è uno che affama il pubblico.

FAZIO: Però poi i libri non li compra nessuno e il problema è risolto.

DE GREGORI: Forse è vero quello che dici tu ma anche i dischi non li compra nessuno.

FAZIO: Ma come, solo io?

DE GREGORI: Insomma, per interderci, è un discorso che va fatto su tutta la discografia, su tutta la musica nel complesso. Il tuo è uno dei tanti argomenti interessanti ma …. mi stanno facendo dei segni?

FAZIO: Dovrei chiederti se ci facessi ascoltare, con l’IVA a costo zero…..

DE GREGORI: Io vorrei fare sentire un paio di canzoni, con l’aiuto del mio amico Ambrogio Sparagna, che suonerà per me grazie al suo strumento, l’organetto, uno strumento poco conosciuto in ambiti di massa che comunque adesso si farà sentire.

FAZIO: Che ci fate ascoltare?

DE GREGORI: Ambrogio, cosa facciamo sentire?

FAZIO: Ti chiami proprio Ambrogio?

DE GREGORI: Io partirei da…

FAZIO: Ambrogio, mai stato dall’ambasciatore?

SPARAGNA: Mai!

FAZIO: Cosa ci fate ascoltare?

SPARAGNA: Decide il Maestro.

DE GREGORI: Lei Fazio, però, è un po’ irriverente.

FAZIO: No, no, Fazio va da Agnelli, lui potrà essere stato dall’ambasciatore, no?.. Sorpresa! Informo i radio ascoltatori che qui in studio hanno acceso le luci.

(esecuzione de L’ABBIGLIAMENTO DI UN FUOCHISTA, con Sparagna all’organetto)

DE GREGORI: Ambrogio Sparagna!

FAZIO: Ero assorto. Grazie ad Ambrogio Sparagna e a Francesco de Gregori. Facciamo un velocissimo altro giro? Raccogliamo un po’ di domande. C’è qualcuno di voi, critici musicali….lei vuol fare una domanda? Dica.

BARBARA: Barbara Condorelli, non sono proprio un critico musicale ma un conduttore di programmi radiofonici. Volevo chiedere a Francesco, visto che abbiamo parlato di concerti (il concerto del Palaeur, il concerto al Colosseo)….se il concerto di Santa Cecilia in programma qui a Roma per il 20 dicembre sarà un concerto acustico o un concerto elettrico.

FAZIO: Notizie sul concerto. Ne raccolgo due o tre insieme così rispondiamo velocemente, d’accordo?

DE GREGORI: Rispondo adesso? Scusa, io non ho i tempi radiofonici.

FAZIO: Io neanche, figurati! Signora, lei voleva fare una domanda prima?

SIGNORA: Non so se questa è la sede. Io ho un debito di riconoscenza, lo posso dire? Sì. Non solo per le tante, intense emozioni che Francesco De Gregori mi ha regalato e che hanno accompagnato la mia giovinezza e che adesso stanno accompagnando la mia maturità, ma anche per un fatto della mia vita che non ho capito bene e che racconto così com’è. Quasi vent’anni fa… sì… si va bene…., vede che ho ingranato la quarta per fare in fretta? Perché ….. Londra….ho capito!

FAZIO: Siamo a Londra.

SIGNORA: Quasi vent’anni fa (incomprensibile) mia sorella per il resto della sua vita. La prospetitva non piaceva né a me né ai miei familiari. Io spedii, un mese dopo la sua uscita, a Londra, la cassetta di “Viva l’Italia”. Io non so cosa mosse questa cosa, fatto sta che cominciai a capire che avevo aperto una breccia a questo proposito e in effetti poi ritornò a Roma. Io l’ho raccontato così com’è.

FAZIO: Cioè, lei ha mandato la cassetta “Viva l’Italia” di Francesco e sua sorella è tornata?

SIGNORA: Sei mesi dopo. Poteva tornare comunque, però io notai…

FAZIO: Questa è la domanda, ma sarebbe tornata comunque nel senso che c’era già un prepagato con data di ritorno?

SIGNORA: Senta, non basta, non mi tolga tempo, visto che il tempo è poco.

FAZIO: E mi sgrida pure! Ma siamo matti? Signora, vada a Londra! Poi le mando “Prendere e lasciare” e torna.

SIGNORA: Volevo dire un’altra cosa, la mia prima figlia sarebbe nata soltanto due anni dopo…

FAZIO: Mamma mia, ragazzi, qui è come Beatiful! Cosa c’entra la sua prima figlia con sua sorella?

SIGNORA: Non c’entra nulla, allora.. non mi lasci disorientare…ho finito…

FAZIO: Non mi lasci perdere la pazienza, può parlare quanto vuole, ma con ordine!

SIGNORA: Il fatto che sia qui..

FAZIO: Chi?

SIGNORA: Mia figlia…

FAZIO: Che è a Londra.

SIGNORA: No.

FAZIO: E’ la sorella che è andata a Londra, ora qui c’è sua figlia che è la nipote di sua sorella.

SIGNORA: No, volevo dire questo di serio: che il fatto che sia qui con me, che si sia affrettata a comprare l’ultimo lavoro di settembre, la dice lunga sulla capacità di Francesco De Gregori di cogliere nel cuore della gente, al di là delle barriere generazionali.

FAZIO: Questo è vero! Ma mi darà atto che non c’entra niente che sua sorella sia tornata da Londra vent’anni fa!

SIGNORA: Per la miseria! Se io le ho detto di qualcosa che mi è capitato per il disco!

FAZIO: Ragazzi, qui ora mandiamo in onda i cartoni animati e io continuo a  parlare con la signora!

DE GREGORI: Signora, ha ragione lei! Ma certo….. ha ragione la signora. E basta.

FAZIO: Ma Francesco, ma ce l’hai con me?

DE GREGORI: Grazie signora! (ridendo).

FAZIO: Allora,……però un bel complimento, eh?

DE GREGORI: E’ per questo che le ho dato ragione!

FAZIO: Hai capito? Ha fatto tornare la sorella, la cassetta ha fatto tornare la sorella..

SIGNORA: Per quale motivo ritiene che sia impossibile questo?

FAZIO: Niente affatto, lo ritengo possibile.

SIGNORA: Può entrarci pure che una canzone muova delle emozioni e quindi faccia ritornare sulla posizione di restarsene in Inghilterra…no?

FAZIO: Sua figlia chi è questa? Come ti chiami? Daria? Sei mai stata a Londra? Stai qua e non ti muovere! Grazie Signora, molto gentile. Anche lei, dica…

SIGNORE: Una domanda molto veloce, siccome oggi è il 25 di novembre, quindi tra un mese è Natale, no?

FAZIO: Ringrazio! A nome della Rai!

SIGNORE: Allora, colgo l’occasione per fare questa domanda a Francesco. Non se dare del lei, del voi….

DE GREGORI: Del tu.

SIGNORE: Del tu. In relazione al brano dell’ultimo LP, cioè Agnello di Dio, volevo sapere che motivazioni hai trovato nello scrivere questo tipo di canzone, visto che ci sono dei tuoi esimi colleghi che hanno scritto sul tema, cioè canzoni di tipo mistico, se non altro che guardano all’interno di quello che abbiamo dentro. Se c’è una relazione e cosa ne pensavi di queste critiche.

DE GREGORI: Rispondo dalla fine per comodità, quindi rispondo alla tua domanda. Mah… non c’entra niente col Natale, soprattutto un mese prima poi. Cosa penso delle critiche? Le critiche sono venute da una certa parte del mondo cattolico, non da tutto. Bisogna dire anche le cose fino in fondo. Da una parte del mondo cattolico che è sicuramente la più intransigente e aggiungerei, forse, la meno colta. Poi c’è stata un’altra parte del mondo cattolico, rappresentata dal Cardinale Tonini, rappresentata dalla rivista dei Paolini “Letture” che invece… non voglio dire che hanno assolto la canzone ma hanno detto addirittura che era una bella canzone. Questo veramente va detto ad onore del mondo cattolico che, chiaramente, è variegato nelle sue espressioni, nelle sue capacità di recepire ciò che un non credente (interruzione)…. letto Vangelo che non è sicuramente un patrimonio solo dei cattolici DOC. Ecco, spero di aver risposto. E comunque credo che questa canzone non abbia mai mancato di rispetto a nessuno a chi l’ha ascoltata in buona fede.

La signora l’ho già ringraziata e difesa da questo attacco di Fazio sferrato con una violenza….. Fabio io non ti conoscevo così …poi ti parlerò in privato…

FAZIO: Ma non è vero, anzi ringrazio perché queste signore, grazie a Dio, riempiono di passione e anche di allegria queste nostre conversazioni.

SIGNORA: Grazie a lei.

FAZIO: Le dò un bacio, posso?

DE GREGORI: Vero, senza effetti! E poi rimando alla domanda sul concerto di Santa Cecilia. Io sono molto contento che un tempio della musica colta apra le porte a un cantante di musica leggera quale io sono. Sarà un concerto acustico quanto lo sono i concerti che sto facendo adesso nei teatri italiani. Io non credo che modificherò il mio programma per il fatto di andare a Santa Cecilia, sarebbe farmi una violenza. Io credo che debba rimanere me stesso. Nel mio concerto c’è già una parte acustica e rimarrà tale. E poi la scaletta. Io sto cercando il più possibile di far sì che sia improvvisata anche per me. Ecco, cerco di deciderla nella disperazione di tutti i miei collaboratori fra musicisti, fonici, datori luci, cerco di deciderla il più tardi possibile. E credo che sarà così anche quella sera. L’importante che sarà un buon concerto, anche se poi ci sarà anche la batteria!

FAZIO: Abbiamo un’altra domanda?

RAGAZZO: Sì, io volevo chiedere se ha mai pensato di fare un disco acustico, chitarra e voce, senza la produzione strumentale. Così, da mattina a sera, entrare in uno studio, registrare le canzoni e lanciarlo così sul mercato.

DE GREGORI: No, non ci ho mai pensato.

FAZIO: Vuole sapere anche come mai?

DE GREGORI: Forse vuole sapere perché. Perché mi piace molto suonare insieme agli altri. Ci sono delle canzoni che io eseguo volentieri da solo specchiandomi nella mia scarsa abilità di chitarrista, e va benissimo così su certe canzoni. Ma per la maggior parte di quello che ho scritto credo che l’apporto di musicisti intelligenti che mi danno una mano sia fondamentale, anche per le orecchie del pubblico. Io credo che nessuno lo comporrebbe un disco così …anche per questo non lo faccio!

FAZIO: Io, lui, due, tre, quattro … li compriamo, noi li compriamo!

DE GREGORI: Fate la conta, poi se vale la pena …..

FAZIO: Signora, lei?

MATILDE: Sono Matilde. Francesco, volevo chiederti il perché ti sei ispirato al tema Agnello di Dio in quella canzone dell’ultimo album?

DE GREGORI: Io pensavo di aver già risposto.

MATILDE: Io pensavo che la mia domanda si esaurisse con la domanda dell’altra persona. Non ho capito perché un non cattolico, come tu ti sei professato, ha trattato un tema come l’Agnello di Dio.

DE GREGORI: Perché esiste una fede cattolica e una cultura cattolica. Io non ho la prima ma sono un (interruzione) della seconda.

FAZIO: E’ svenuta? E’ chiara la risposta?

MATILDE: Non sono soddisfatta ma è chiara.

FAZIO: Però lui per soddisfarla più di risponderle non può fare.

MATILDE: Come figura carismatica, qualcosa che ti ha colpito comunque, che ti ha spinto a produrre il testo.

DE GREGORI: Ma molte figure del Vangelo sono carismatiche, i due ladroni crocifissi accanto a Gesù sono carismatici, la Maddalena è carismatica. Ti sto parlando di grandi peccatori, insomma. Il Vangelo è stato il primo a perdonare i peccatori, quindi è andato in anticipo su molta parte del mondo cattolico di oggi.

FAZIO: Ti chiederei se tu ci facessi ascoltare un’altra canzone così io vado dall’altra parte di questa grande sala per raccogliere altre domande.

DE GREGORI: Ma certamente.

(esecuzione di ALICE con Sparagna)

DE GREGORI: Grazie e grazie ancora. E ancora grazie ad Ambrogio Sparagna.

FAZIO: Sono qua Francesco… oh mamma mia, cosa dice signora Silvana?

SILVANA: …. contaminazione….dove l’ha pigliato questo Ambrogio? Perché è il complemento di certe sue canzoni.

FAZIO: Lei sta facendo i complimenti a Francesco come talent scout? Un po’ come Teddy Reno con Rita Pavone? E’ un modo per salutare ancora Ambrogio Sparagna e fargli i complimenti?

DE GREGORI: Io vorrei dire…. Signora mi scusi…. lei è molto carina. Come è stata carina per me ora è stata carina con Ambrogio, però Sparagna non ha bisogno di un talent scout, il suo talento è stato ampiamento riconosciuto. Certo, è… come dire….una cosa strana, perché non accade spesso che in Italia si facciano queste… come si chiamano?  Contaminazioni!

FAZIO: Capperi!

SILVANA: Contaminazione ben riuscita. Soprattutto perché è uno strumento campestre, ruspante e adatto a certe sue canzoni.

DE GREGORI: Brava! Certo.

SILVANA: Ecco, un abbinamento perfetto. Questa è una mia opinione, ad altri non piacerà.

FAZIO: Ma signora, perche dice questo?

DE GREGORI: Una come lei che ha detto che è uno strumento ruspante …..oh… è caduto l’organetto!

FAZIO: E’ vero! Si è emozionato l’organetto! E’ vero, elogiava non solo Ambrogio ma anche la vostra unione. Prego. Si alzi, lei è?

ANDREA: Io mi chiamo Andrea. Ciao Francesco.

FAZIO: Perché strilla? E’ lì.

ANDREA: Sono un po’ emozionato.

FAZIO: Eh, lo credo. Siamo tutti emozionati. Allora, Andrea….

ANDREA: Io volevo chiedere a Francesco una cosa che mi sono sempre chiesto.

FAZIO: Sempre sempre sempre o…?

ANDREA: Volevo sapere da lui cosa c’è dietro una canzone, dietro un testo che lui scrive, diciamo tutto il contesto …. quali sono le emozioni che tu prendi… da che cosa viene tutto questo, diciamo… io penso che sono cose molto profonde …

DE GREGORI: Tu fai una domanda molto difficile, difficile come quella di quell’altro ragazzo che voleva sapere dei dischi perché costano tanto.

Vuoi sapere perché ci metto dentro certe cose? Tu affronti il tema dell’ispirazione.

Chi lo sa perché uno alla fine scrive una certa cosa? Io ho sempre pensato che non fosse così diverso porsi di fronte a una canzone come porsi di fronte a una cartolina quando la devi mandare a un amico, capito? Perché anche lì ti chiedi come fare bella figura, come comunicare le cose che c’hai in testa, no? E’ un po’ la stessa cosa, è scrivere, comunicare insomma… prolungare sè stessi, fare arrivare una parte di te stesso agli altri. E questo può avvenire con le canzoni, con le cartoline, con i film. Ecco, forse bisogna scavare dentro sé stessi, avere poco pudore a volte. Ecco, questa è una buona ricetta: bisogna avere poco pudore. Mettete poco pudore all’inizio, poi il resto viene da sé.

FAZIO: Grazie Andrea, grazie molte. In questo senso ci riallacciamo al discorso di prima, le canzoni e le cartoline a volte possono indurre una persona a tornare. Scherzi a parte, è interessante. C’è una telefonata. Pronto?

PAOLO: Sono Paolo da Firenze. Ciao Francesco. Volevo sapere perché c’era…. questa esigenza ……gente…disco.

DE GREGORI: Come mai l’esigenza di registrare il ………?

PAOLO: Il disco negli Stati Uniti.

DE GREGORI: Ah! …Negli Stati Uniti. Perché ho scelto di lavorare con un produttore che vive e lavora lì da anni. Se fosse stato in Francia sarei andato in Francia.

PAOLO: Non c’è un motivo ispiratore?

DE GREGORI: No. Poi, chiaramente, la musica americana mi riguarda molto da vicino, però non credo di essere l’unico. Io ci sono andato molto volentieri. La scelta è nata dal fatto che Corrado Rustici da vent’anni vive in California. Solo per quello, giuro.

FAZIO: Lei cosa si aspettava?

PAOLO: Non lo, forse un’ispirazione così..

FAZIO: Ah, non perché uno va là e vede le puntate successive di Beatiful, no?

PAOLO: No, magari anche per quello. Se Francesco ce le può raccontare…

FAZIO: Ma lui non le sa! Mica è andato per quello!

DE GREGORI: No, non le ho viste, non le ho viste!

PAOLO: Ha fatto male.

DE GREGORI: Mi rifarò. La saluto.

FAZIO: C’è qualche altra voce della radio che vuole fare una domanda?

ALTRA SIGNORA: Sì, io volevo fare una domanda a Francesco. Sono molti anni che tu hai iniziato e sicuramente quando hai iniziato hai respinto …. Son passati appunto vent’anni dall’inizio. Molti giovani musicisti si avvicinano oggi all’impervio lavoro del cantautore o semplicemente del musicista. Tu cosa consigli loro, di coltivare la propria innocenza o il proprio cinismo?

FAZIO: O di smettere.

DE GREGORI: No, io vorrei dare una risposta tecnica a una domanda che invece tecnica non è. Il cinismo sicuramente non va coltivato. Io consiglio di coltivare la propria ispirazione, la propria intelligenza, la propria moralità. Finito il discorso metaforico, dal punto di vista tecnico suggerirei di non buttare tante cassette registrate sui tavoli delle case discografiche ma suonarle il più possibile dal vivo, nei locali, per strada, a casa di amici, alle feste, alle gite scolastiche, perché quando io ho cominciato a fare questo mestiere – e sono passati alcuni decenni – …. Cioè  voglio dire che avere un registratore dentro casa non era da tutti e quindi non c’era questo fatto di fare la cassetta e mandarla, tanto per non far nomi, a Vincenzo Micocci, grande e ispirato discografico romano. E quindi i discografici erano anche più contenti perché avevano meno lavoro; c’era però questa palestra di andare in giro, suonare, restare insieme. Questo fa migliorare un musicista, stare chiuso dentro casa e registrare solo una cassetta non è la cosa migliore. E poi il cinismo no, mai, per carità! In nessun campo!

FAZIO: Non ti piace il cinismo?

DE GREGORI: No no… Fabio dove stai?… ma non solo nei musicisti, da nessuna parte.

FAZIO: Però il cinismo con sè stessi, laddove sfiora l’ironia è anche utile, no?

DE GREGORI: Sono cose diverse, l’ironia sì. Ma a piccole dosi però. Non bisogna esagerare anche perché te la fanno molti addosso e se ti ci metti anche tu….

FAZIO: Signorina?

GIOVANNA: Ciao Francesco, sono Giovanna, volevo chiederti … tu hai cominciato circa nel ’67 o 68 a fare questo mestiere. Io mi chiedevo che tipo di motivazioni avevi allora per cominciare a fare questo lavoro e che cosa ancora adesso ti motiva per continuare a farlo. In una canzone come Battere e levare a un certo punto dici “vedo cadere questa stella e non lo so dove mi tocca andare”. Questa cosa mi ha fatto pensare, cioè c’è ancora qualcosa che tu ti aspetti sia sotto il profilo professionale o nella tua vita di uomo? Grazie.

DE GREGORI: Sicuramente nella vita c’è ancora molto da aspettarsi e quello è un verso disperante, nato quella sera e che riguarda l’umore di quella sera. Oggi faccio canzoni in modo diverso da allora, da quando ho cominciato, però avrei potuto scriverlo anche allora quel verso lì. Le motivazioni cambiano ma rimangono.

FAZIO: Lei è? Lei mi ha detto, prima di entrare, “sono vent’anni …”…

CLAUDIO: Una domanda leggera…

FAZIO: Lei mi ha detto “sono vent’anni…”. E’ vero? “Sono vent’anni che devo fare una domanda a De Gregori”.

CLAUDIO: Io non perdo un suo concerto da una domenica del gennaio 1974 al Teatro dei Satiri, con Venditti e Cocciante insieme. E poi tutti, tutti, tutti, tutti, tutti….

DE GREGORI: E’ vero, c’ero anch’io. Posso confermare.

CLAUDIO: La domanda era questa. Se è vero che era stato traviato nella passione sportiva da Antonello Venditti.

FAZIO: Cioè, lei ha aspettato ventidue anni …dai, finiamo così. Sono ventidue anni che lei segue quest’uomo, questo poeta di cui abbiamo conosciuto lati meravigliosi, che ci ha insegnato a capire il suo pudore, che ci ha detto di essere spudorato quando lavora nei suoi testi, che questa sera ci ha insegnato un sacco di cose. E lei, con tutto quello che poteva chiedergli da ventidue anni, che lo insegue da ventidue anni perchè non ce l’ha mai fatta (esce di casa, compra i biglietti, fa la coda, cerca il parcheggio, non lo trova, lo ricerca, prende un autobus, arriva lì sotto il palco), viene stasera ai microfoni di RadioRai e gli chiede: “E’ stato Venditti?”. Lei è laziale?

CLAUDIO: Certo!

FAZIO: E’ laziale!

DE GREGORI: Allora, non è stato Venditti perché la violenza e la foga di Antonello Venditti nel tifo per la Roma era tale che io sono immediatamente diventato agnostico nei confronti del calcio. Sono stato però recuperato alla passione calcistica da altre persone. Posso far dei nomi?

FAZIO: No, perché se li facciamo lui che fa per i prossimi ventidue anni? Invece fra ventidue anni torna qui, ci saremo ancora io e te….

DE GREGORI: Io però non vorrei farlo tornare.

FAZIO: Esatto, così tra ventidue anni torniamo tutti qui e gli rispondi alla seconda parte della domanda.. No, decidi tu, figurati.

DE GREGORI: No, no, va bene. Il pubblico non vuole che io risponda?

FAZIO: Ah, siiii!

DE GREGORI: Allora: Filippo Bruni e Marco Stucco. Ma non mi chiedete chi siano perché….. Marco Stucco è famoso ormai… E comunque la virulenza del tifo di Antonello era  tale che cominciai a leggere tutto il Capitale di Marx e il Vangelo. Le conseguenze si vedono ancora nelle canzoni che scrivo.

FAZIO: Caro Francesco, io ti devo ringraziare, anche a nome di tutti, che peraltro ringrazio per la cortesia, la disponibilità, la giovialità con cui hanno risposto in questo incontro. Mi avete anche tolto dall’imabarazzo di dover trovare parole appropriate da rivolgere a una persona come Francesco de Gregori che le parole le usa talmente bene che è diffficile trovarne altre da …. Che fai? Mi dai la spinta? E’ vero!

DE GREGORI: Ma dai!

FAZIO: E’ vero, ero anche un po’ imbarazzato. Quindi grazie anche per questo aiuto. Io volevo ricordare soltanto che il 3 dicembre alle 21 RadioDue trasmetterà da Napoli il concerto di De Gregrori e quindi saremo ancora una volta su RadioRai ad ascoltarlo. Naturalmente grazie al maestro Ambrogio Sparagna, grazie per essere stato con noi. Francesco, io direi di lasciarci con una tua canzone. Ne hai voglia?

DE GREGORI: Assolutamente sì.

(conclusione con l’esecuzione di FINE DI UN KILLER con Sparagna)