Il Cammello di
13 febbraio 2003
con Antonella
CONDORELLI: Sempre e per sempre
di Francesco De Gregori, che questa sera è qui con noi. Come stai? Benissimo
vedo…
DE GREGORI: Bene,
grazie.
CONDORELLI: Molto bene, allora io voglio comiciare dalla fine. Innanzi tutto voglio cominciare con i pezzi che ho scelto …con il criterio… Quelli che mi piacevano!
DE GREGORI: Da Fan!!
CONDORELLI: Esatto, da
Fan, mi sei piaciuto, tanto tu cosa mi hai detto prima?
DE GREGORI: “Son tutti
pezzi miei, quindi puoi mettere qualsiasi cosa”.
CONDORELLI:
Esattamente. Abbiamo cominciato con “Sempre e per sempre” ma io voglio
cominciare dalla fine, ovvero lunedì 17 febbraio, per Radio2 in concert,
Francesco De Gregori, con ospite Giovanna Marini, sarà protagonista del
concerto delle 21.30. Allora, che vuol dire che è ospite Giovanna Marini?
DE GREGORI: Beh, che a un certo punto io dirò al
pubblico “c’è una mia amica”, non dirò “una vecchia amica” perché se no suona
strano perché Giovanna in effetti ha sessantacinque anni… e quindi…
CONDORELLI: Sì, ma è di quelle senza età.
DE GREGORI: Dirò “c’è
una mia vecchia amica” e, prima ancora che io dica chi è, la gente saprà chi è
perché avrà sentito questo disco che abbiamo fatto e saranno tutti contenti
di sentirla e di vederla.
CONDORELLI: Conoscendoti un po’ avrei detto che questo episodio del Fischio del vapore era già una cosa chiusa. Invece vedo che, visto che partirai per la tourneè…. anzi questa sera che è giovedì 13 febbraio tu debutti in tourneè, no? Adesso hai anche acquisito il dono dell’ubiquità?
DE GREGORI: Dopo
capiranno, secondo te, quelli che stanno a sentire?
DE GREGORI: No, lo
spieghi tu, perché…..
CONDORELLI: Allora, Francesco De Gregori, oggi giovedì 13 febbraio inizia una tourneè che è una tourneè un po’ mista, come tu dicevi, in alcune date.
DE GREGORI: In alcune
date sarò io da solo con il mio gruppo, con la mia banda di sempre e faccio le
canzoni mie, più o meno le solite, anche se ogni sera le cambio un po’ per non
fare tutte le sere lo stesso compitino, no? E invece in cinque, sei, sette
concerti… adesso non so bene… sarà un concerto di Francesco De Gregori e
Giovanna Marini, quindi con il repertorio di canzoni popolari che ha dato
origine anche a questo meraviglioso disco che si chiama “Il fischio del
vapore”, che chi ancora non avesse comprato può correre immediatamente a
comprarlo.
Vieni a vedere perché, di
Cesare Cremonini
CONDORELLI: Noi, come sempre, quando incontriamo qualcuno facciamo scegliere anche delle cose non del repertorio e Francesco De Gregori ha scelto Cesare Cremonini. Prima di ascoltare “Vieni a vedere perché” vorrei sapere …perché?.
DE GREGORI: Perché
secondo me è una bella canzone, mi piace, è una canzone divertente, scritta
bene. Mi piace.
CONDORELLI: Stavamo commentando, ascoltando il pezzo, che si sentono echi dei Beatles, quindi il ragazzo è cresciuto…
CONDORELLI: Certo.
DE GREGORI: Sapere che
sono esistiti i Beatles, saperli anche citare in un modo così piacevole è un
dato di merito per un autore.
CONDORELLI:
Certamente. Più che altro fa piacere sapere che il ragazzo è cresciuto
ascoltando buona musica.
Quanti anni hanno
adesso i tuoi gemelli?
DE GREGORI: Ah ..non lo so, io
non chiedo mai queste cose.
CONDORELLI: Anche loro, suppongo, siano cresciuti ascoltando buona musica……
DE GREGORI:
Bisognerebbe chiederlo a loro. Il giorno che riuscirai a portarli qua glielo
chiedi.
CONDORELLI: Vorrei sapere se loro ti hanno introdotto musicalmente a qualche cosa.
CONDORELLI: Non posso neanche sapere se ti hanno fatto ascoltare qualcosa di musicale?
DE GREGORI: No. Siamo
qui per parlare di musica, siamo qui per parlare di canzoni.
CONDORELLI: Va bene. Dal punto di vista, diciamo, di collaborazioni tu sei molto socievole.
DE GREGORI: Sì. Io ho
lavorato, volentieri sempre, con parecchie persone e ho cominciato, diciamo,
con Antonello Venditti, col nostro primo disco diviso in due.
CONDORELLI: Me lo ricordo.
DE GREGORI: E poi,
lungo la mia vita di cantante girovago, ho avuto modo di lavorare con De Andrè,
con Lucio Dalla, con Ivano Fossati.
CONDORELLI: Per non parlare, poi, dell’ultima esperienza corale.
CONDORELLI: Quella con Pino, Fiorella e Ron.
DE GREGORI: Ah, sì. Poi
c’è stato Battiato che ha prodotto un pezzo del mio ultimo disco di studio.
Insomma, mi ha sempre divertito incrociare altre persone.
CONDORELLI: Ricevi molte richieste tipo “scrivimi una canzone”? Perché da un punto di vista di regalare le canzoni agli altri sei un po’ meno…
DE GREGORI: No, guarda,
grazie a Dio no. Dico Grazie a Dio non perché io non mi senta onorato del fatto
che qualcuno mi chieda una canzone ma è molto difficile, per me, calarmi nei
panni di un altro interprete. L’ho fatto già con Fiorella Mannoia un paio di
volte e poi Zucchero mi ha chiesto di scrivergli le parole di Diamante e anche
di un altro paio di canzoni.
CONDORELLI: Però io mi permetto di contraddirti nel senso che, secondo me, ti sei immedesimato, invece, in maniera….
DE GREGORI: Sì, ma
faccio troppa fatica. Invece quando scrivo per me non devo fare questa fatica e
diciamo che mi viene più facile e mi diverto di più.
CONDORELLI: Ti ho chiesto questo perché il prossimo pezzo che ascoltiamo è La valigia dell’attore che era stata scritta originariamente per Alessandro Haber. Però io sono del parere che come canta l’autore non canta nessuno.
DE GREGORI: In questo
caso anch’io.
CONDORELLI: Quindi, in questo caso, mi piace particolarmente questa versione tua.
DE GREGORI: Però Haber
è bravissimo. Haber la canta da attore, da attore che sa cantare; io la canto
come quello che l’ha scritta, quindi c’è una differenza in questo senso.
La valigia dell’attore
CONDORELLI: Visto che abbiamo citato Battiato non mi posso esimere. Attore Battiato, tu hai fatto l’attore recentemente…
DE GREGORI: Dai!….ho
fatto….
CONDORELLI: No, voglio sapere che hai fatto perché non si sa molto su questa cosa…
DE GREGORI: Ho fatto
una brevissima particina. Fra l’altro mi è servito a capire come il cinema
abbia dei tempi lunghissimi di realizzazione, cioè, per dire quattro battute …
non perché fossi un cane io, eh?…non solo io. Lì eravamo quattro o cinque
persone in una scena composita in cui ognuno doveva dire delle brevissime cose
e… o si sbagliava uno o si sbagliava l’audio, o mi sbagliavo io o si sbagliava
quello delle luci. Insomma, c’è stato bisogno di undici ore per fare, credo,
trenta secondi ….
DE GREGORI: No, no.
Battiato mi ha vietato assolutamente di parlare del film.
CONDORELLI: C’è il segreto assoluto. Come mai hai accettato? Per divertimento?
DE GREGORI: Perché
volevo vedere proprio come si faceva il cinema e poi mi divertiva vedere Franco
in una veste così insolita e quindi….
DE GREGORI: Rigoroso,
rigoroso.
CONDORELLI: E’ di quello che dirige e non accetta o l’attore dice anche qualcosa di suo?
DE GREGORI: Rigoroso,
aveva le idee molto chiare e quindi… dirigeva.
DE GREGORI: No.
CONDORELLI: L’attore Francesco De Gregori. Che sarà protagonista il 17 lunedì di Radio2 Milano in Concert che fra l’altro è una data anomala perché i concerti si svolgono di giovedì, invece questa è un’eccezione, in diretta da Milano dai Magazzini Generali con ospite Giovanna Marini. Sei stato inserito nella Treccani.
DE GREGORI: Mi ha
telefonato una zia per dirmelo. Sì, nella piccola Treccani. Magari, crescendo,
entro in quella grande…dovrei leggere che hanno scritto…
DE GREGORI: No. Dovrei
comprare la Treccani.
DE GREGORI: Il
Virgilio.
CONDORELLI: Ah, il Virgilio. Beh…un’ottima preparazione, so che poi hai proseguito su studi storici
CONDORELLI: Senti, tu hai fatto questo genere di studi perché? Per interesse personale o magari perché pensavi di usarli, pensavi di insegnare, che ne so…
DE GREGORI: Beh.. sì, pensavo che avrei fatto un lavoro normale
legato al mondo delle lettere, quindi potevo essere un insegnante (che non mi
sarebbe affatto dispiaciuto) oppure il giornalista, anche se ai tempi in cui io
pensavo a questo non c’era ancora l’idea così “mitica” del giornalista che c’è
oggi.
CONDORELLI: Questa figura un po’ ….
DE GREGORI: Si. Pensavo
sì che avrei fatto un mestiere comunque legato alle materie letterarie.
CONDORELLI: Senti, visto che stiamo parlando di storia, ti vorrei chiedere, oggi come oggi, che significato e che valenza tu dai alla parola “rivoluzione”.
DE GREGORI: Mah,
rivoluzione vuol dire il popolo che si ribella e butta giù un Governo, butta
giù un Re, butta giù un Imperatore, quindi in questo senso credo che sia un
termine abbastanza datato.
CONDORELLI: Ecco, te lo chiedo perché volevo sapere …….se per te, oggi come oggi, …….è legata al concetto di “piazza”, allo scendere in piazza. In questo senso.
DE GREGORI: No, si
scende in piazza per manifestare, non per abbattere un Governo. Si scende in
piazza perché è un diritto dei cittadini quello di manifestare pubblicamente
questo tipico concetto di democrazia, ecco. Un conto è una manifestazione, un
conto è un’insurrezione, un conto è una sommossa e un conto è una rivoluzione.
CONDORELLI: In questo momento, proprio adesso insomma, in questi tempi storici… intendo dire che il mondo della musica è sempre chiamato a…. è sempre stato cosi? Da noi un po’ meno, all’estero sempre. Insomma, è chiamato a testimoniare il proprio impegno …
DE GREGORI: Mah.. io
non credo che il mondo della musica…Ognuno di noi, ogni cittadino poi partecipa
e sicuramente gli uomini di spettacolo, quando dichiarano la propria
appartenenza, suscitano più scalpore. Questa cosa mi mette un po’ in imbarazzo.
D’altra parte (nel senso che l’ho fatto e lo faccio e probabilmente continuerò
a farlo quando mi capita) dico che mi mette in imbarazzo perchè sembra che uno
voglia farsi forte di un ruolo pubblico per dire “allora, io la penso così…”.
In realtà è un imbarazzo che io voglio superare e supero perché trovo anche
giusto esprimere le mie idee, non nasconderle.
CONDORELLI: Quindi non l’hai mai vissuta come una specie di dovere, un’esigenza morale…
DE GREGORI: No, no.
L’ho vissuta come un mio diritto, come un mio diritto di rappresentarmi.
CONDORELLI: Senti, secondo te un certo tipo di canzone può aiutare a capire un certo momento, una certa situazione?
DE GREGORI: Qualsiasi
cosa che venga letta o vista. Un film, un romanzo o una canzone costituiscono
un percorso nella vita delle persone che ci si avvicinano, quindi
contribuiscono a creare una personalità e quindi puoi anche provocare delle
scelte da parte di queste persone. Però, voglio dire che una canzone da sola, o
un libro da solo, o un film da solo, non farà mai cambiare idea a una persona.
Non sarà mai la totalità della formazione di un individuo.
CONDORELLI: La canzone, forse perché è fruita da un maggior numero di persone rispetto a un quadro o a un libro, arriva.
DE GREGORI: E’ più
pervasiva, certo.
DE GREGORI: No, no,
no. La pubblicità è l’arte veramente
trasversale.
DE GREGORI: Non so se
si possa definire un’arte la televisione, non so se ci sia un’arte televisiva
perche alla televisione passa di tutto, passano programmi di vario tipo, film,
partite; tutto questo è la televisione, talk-show, pubblicità appunto. La
televisione è un mezzo, non è un’arte.
CONDORELLI: La prossima scelta riguarda Vasco Rossi. Rigiriamo il discorso. Recentemente ha cantato “Generale”, l’ha sempre fatto, finalmente ha deciso di metterla su un disco. Ti chiedo se ti è piaciuta la versione, perché è assai bella.
DE GREGORI: La versione
mi piace moltissimo, io la conoscevo dalla volta che l’aveva fatta in concerto
perché l’avevo sentita qui alla radio, il concerto andava in diretta per radio.
Sì, mi piace moltissimo questa canzone, mi è sempre piaciuta, l’ho sempre
detto, mi piace un po’ tutto il mondo di Vasco Rossi, mi piacciono moltissime
sue canzoni, non tutte ma moltissime. E poi, anche se non lo conosco
personalmente… (cioè l’ho visto un paio di volte nella mia vita, non abbastanza
da dire “lo conosco”; non è un mio amico) però mi sembra di capire che è una
persona molto ricca, molto generosa. Mi piace.
Ogni volta, di Vasco Rossi
CONDORELLI: Francesco De Gregori ha scelto “Ogni volta” di Vasco Rossi. Allora, volevo ripetere che siamo a Giovedì 13 febbraio.
CONDORELLI: E’ che oggi, questa sera, mentre noi parliamo, invece, Francesco De Gregori è a….?
DE GREGORI: A Jesi.
DE GREGORI: Pergolesi.
DE GREGORI: Fai delle
domande a tradimento impressionanti. Ho risposto per caso, perché è difficile
ricordarsi i nomi delle città, dei teatri.
DE GREGORI: Sì, ci sono
stato, però parecchi anni fa. Mi ricordo che è un bellissimo teatro.
CONDORELLI: Volevo ribadire il concetto della tourneè che sarà una tourneè un pochino particolare perché….. solo teatrale? O anche Club?
DE GREGORI: Da solo,
senza Giovanna, faccio molti Club. Con Giovanni, invece, facciamo soprattutto
teatri, anche se faremo un Club molto grande a Milano, che è l’Alcatraz. E
posso dire che sono molto preoccupato perché Giovanna mette come condizione che
non si debba fumare in platea, il che nei teatri è un dato acquisito. Credo che
nei locali sarà molto più difficile.
CONDORELLI: Ecco, adesso vi rivelerò che ho impedito a Francesco De Gregori di fumare!
DE GREGORI: E infatti
ci sto pensando.
CONDORELLI: Dunque, noi abbiamo scelto “Viva l’Italia” come prossimo pezzo. Voglio sapere, prima d’ascoltarlo, se tu sei.. non so come dire…. pessimista o ottimista riguardo al futuro del nostro Paese, dell’Italia di oggi.
DE GREGORI: Sono
pessimista.
CONDORELLI: Quindi,…. ma verrà un giorno che lavoreremo in libertà? Per citare… non la vedi molto prossima…
DE GREGORI: Mah…
lavorare in libertà, espresso così, in maniera poetica, è un’utopia perché il
lavoro, comunque, rappresenta sempre una diminuzione della libertà. Di
chiunque. Lavorare vedendo rispettata la propria dignità e prendendo la giusta
retribuzione questo, forse, è un discorso più a portata di mano.
CONDORELLI: Allora, Viva l’Italia.
Viva l’Italia
CONDORELLI: Allora, chiacchieravamo mentre ascoltavamo i brani. Stavamo dicendo che .. non ci metto il punto di domanda a “la guerra ci sarà”. La guerra ci sarà! Hai paura?
DE GREGORI: Sì, direi
che la prima reazione che ho è di paura. Credo che sia una reazione che hanno
tutti, solo che stranamente vedo che la gente parla di questa guerra da fare o
da non fare più in termini razionali, si sforza di capire le motivazioni di
Bush, di Saddam, e capire se è giusto, se non è giusto, come se volesse
rimuovere questa paura, no? E invece è così umana, forse è l’unica reazione
veramente civile di fronte a quello che sta succedendo; la prima reazione
veramente civile dovrebbe essere proprio quella di confessare la propria paura,
la paura animalesca della guerra.
CONDORELLI: Adesso uso questo termine: c’è una corrente, che io non voglio neanche chiamare “corrente”. Ma chi, in questo momento, si dichiara pacifista viene tacciato di essere “pace, amore e musica”, cioè visionario, fuori dal mondo, antistorico…
DE GREGORI: Mah, sai,
pacifista può volere dire tante cose insieme, non è un’etichetta che identifica
esattamente….
CONDORELLI: Sì, sì, non connota bene la faccenda..
DE GREGORI: Nel senso
che tutti amano la pace, però sappiamo benissimo che poi la pace è un concetto
che è molto complesso e la realizzazione della pace passa attraverso la
politica, la politica a volte passa anche attraverso la guerra, la minaccia
della guerra. A prescindere dalla situazione di cui stiamo parlando, dire
semplicemente “sono pacifista” è difficile come dire “io sono buono”. Poi
andrebbe analizzato tutto e di più.
CONDORELLI: Il prossimo pezzo che ascoltiamo è La bottega di filosofia di Ivano Fossati. Ti volevo citare un concetto espresso da Ivano, credo che tu sia d’accordo. Lui dice della paura (parlavamo di paura, prima) che si perdano i valori che ci sono stati insegnati, che sono stati mandati avanti nel Novecento.
DE GREGORI: Mah…. sì,
posso essere d’accordo perché il mondo è cambiato in un modo così veloce.. però
negli ultimi 20-30 anni in maniera così radicale che forse (penso soprattutto alle
nuove tecnologie, penso a Internet) vengono saltati proprio dei passaggi
culturali che noi invece abbiamo imparato a considerare come imprescindibili.
Credo che però questo è valido per ogni passaggio epocale, non soltanto dal
Novecento al Duemila, ma era ancora più valido, forse, nel Settecento o
nell’Ottocento.
La Bottega di filosofia, di Ivano
Fossati
CONDORELLI: Si è divertito un po’. “Non sappiamo che rivoluzione fare”, dice Ivano, “Sono anche un visionario, sogno quello che non c’è, una macchina che riavvolga il tempo”.
DE GREGORI: Mah sì,…
qualcosa. Non ho nulla di finito, insomma. Cioè, ogni tanto uno si mette lì,
scrive, poi dopo tiene da parte, a volte dimentica; non c’è una pianificazione
della scrittura insomma. Quando poi avrò delle canzoni nuove comincerò a
registrarle ….
CONDORELLI: Non ci hai pensato minimamente? Un disco nuovo, dico.
DE GREGORI: No, no.
Adesso voglio produrre il disco di Giovanna Marini.
DE GREGORI: Sono
impegnato con la testa a pensare alla produzione di un disco solo di canzoni di
Giovanna Marini, con dentro canzoni sue. Questa cosa mi interessa molto.
DE GREGORI: Canzoni
nuove sue, sì. Che lei è autrice di canzoni, non è soltanto interprete!
CONDORELLI: Tra l’altro voglio anche ricordare che Giovanna marini ha un impegno, da sempre, alla Scuola di Musica Popolare di Testaccio, qui a Roma, e tra l’altro parecchi suo allievi, chiamiamoli così, sono anche impegnati qui nella radiofonia italiana. E l’adorano!
DE GREGORI: Sì, lei è
una donna adorabile! E’ difficile non adorarla.
CONDORELLI: Poi voglio parlare anche, naturalmente, del Fischio del vapore. Prima ascoltiamo ancora Francesco De Gregori: Bambini venite parvulos.
Bambini venite parvulos
CONDORELLI: Sei abbastanza attento quando ti ascolti.
DE GREGORI: Sì, e ti
spiego perché. Questa è una canzone dal vivo.
DE GREGORI: No, no. Mi
piace. Prima avevamo sentito Viva l’Italia e, ti devo dire la verità, mi faceva
una bruttissima impressione perché oggi non la farei più così, proprio mi dà
fastidio sentirla fare così. Mi piace molto di più come la faccio adesso. E
quindi, adesso questa qui, Bambini venite parvulos, mi piace nella versione
live perché…
CONDORELLI: E’ molto….
CONDORELLI: E’ come la faresti adesso. Allora, siamo arrivati finalmente a parlare del Fischio del vapore che, come tu stesso hai detto, non è da considerarsi un disco, diciamo così, di lotta….inteso in questo senso.
DE GREGORI: No.
CONDORELLI: Infatti, per esempio, avete scelto, con Giovanna Marini, alcune versioni che magari non sono proprio quelle … faccio un esempio per tutti: quella di Bella ciao che non è la versione più popolare.
DE GREGORI: Quella
partigiana.
CONDORELLI: Esatto, quella partigiana, che era connotata di più con un disco di lotta. Avete scelto, invece, la versione meno nota, quella delle mondine. Il suono e gli strumenti usati sono quelli attuali?
DE GREGORI: Recupero
filologico delle sonorità d’epoca? No, assolutamente. E’ un disco di canzoni
popolari suonato con gli strumenti “popolari” di oggi, gli strumenti che
qualsiasi Boy Band usa, no? Il basso,
la batteria, la chitarra elettrica. Il senso della sonorità di questo lavoro è
tutto qui. Insomma, un po’ la scoperta dell’acqua calda. D’altra parte, queste
canzoni sono state poi nel tempo eseguite con grande libertà, rivisitate in
tutti i modi. Alcune sono nate, addirittura, senza l’accompagnamento della
semplice chitarra, nate per sola voce. Qui però, sono talmente belle e ricche
musicalmente, melodicamente
soprattutto, che si prestano a essere…. Tu pensa che i canti di montagna
(questa è una cosa che non c’entra niente, ma la voglio dire), i canti alpini
fatti dai cori della Sat venivano addirittura arrangiati da Arturo Benedetti
Michelangeli, per dirti come la musica popolare si presta a essere riletta in
maniera, se vuoi, colta, come nel caso dei cori della Sat, oppure in maniera
contemporanea come nel caso del Fischio del vapore.
CONDORELLI: Suona profano se ti chiedo se ti sei divertito nel fare questa cosa?
DE GREGORI: Suona
banale la mia risposta, ma è veramente sincera. Mi sono divertito moltissimo,
moltissimo, intanto perché lavorare con la Marini ti arricchisce, proprio
musicalmente, perché lei è una che ne sa molto di musica e sa come
insegnartelo. E poi mi sono divertito proprio perchè queste canzoni io le ho
sempre avute nella mia testa, fanno parte dell’imprinting che io ho ricevuto
quando ho cominciato a interessarmi di musica. Quindi per me non è stata una
scoperta, è stata una riscoperta divertentissima.
CONDORELLI: Hanno chiesto un bis ma naturalmente credo che non ripeterete, vero?
DE GREGORI: No, no. Mi
piacerebbe che qualcun altro magari si facesse venire delle idee analoghe
perché il patrimonio della musica popolare italiana è enorme, smisurato, quindi
quello che abbiamo fatto noi, dal nostro punto di vista, potrebbe farlo domani
… che ne so? Cesare Cremonini!
DE GREGORI: Sì, dico
lui per dire chiunque sia in grado di scoprire la bellezza di queste cose.
CONDORELLI: Allora,
ricordo che lunedì 17 febbraio Francesco De Gregori sarà in concerto dai
Magazzini Generali di Milano, dal vivo naturalmente, con ospite Giovanna
Marini.
Sono stata veramente
contenta di rivederti e di parlare con te.
DE GREGORI: Molto.
CONDORELLI: Eh, perché eri un bellissimo ragazzo, mentre adesso non sei niente male, eh? Grazie.
CONDORELLI: Ma perchè? Grazie di essere stato qui con me.
CONDORELLI: Eh, sì, c’è il fascino, così, della barba…A presto. Ciao.
DE GREGORI: Ciao.